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Jörg Bibow, Levy Institute: l’euro "trilemma della Germania". Minacce alla stabilità globale
lunedì 24 giugno 2013, di
Riportiamo parte di un lungo documento di Jörg Bibow, professore di economia presso lo Skidmore College e ricercatore presso il Levy Economics Institute of Bard College.
Eurolandia in prospettiva globale
Guardando la situazione globale della zona, non è affatto chiaro perché Eurolandia è oggi l’hotspot globale di instabilità. In particolare, viste da una prospettiva globale, le finanze pubbliche di Eurolandia non sembrano essere particolarmente povere.
Dopo essersi aggirato intorno al 3% nella prima metà degli anni 2000, il rapporto debito/Pil di Eurolandia è sceso leggermente quando l’area monetaria si è tardivamente unita al boom mondiale nel 2006-7, per poi arrivare a poco più del 6% quando la crisi globale ha colpito. Quest’anno si prevede un ulteriore calo rispetto al livello del 4% nel 2011 al 3%. I disavanzi pubblici sono peggiorati più nettamente negli Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, con solo un piccolo miglioramento dai livelli di circa il 10% previsti per quest’anno in tutti e tre i casi.
I rapporti debito/Pil mostrano una costellazione globale simile. Partendo da un livello relativamente alto del 75% circa, l’aumento del rapporto debito/Pil di Eurolandia da quando è scoppiata la crisi mondiale, è stato meno ripida che negli altri tre casi. Il debito pubblico di Stati Uniti, Regno Unito, ed Eurolandia è stato tutto intorno al 100% del PIL entro il 2012, mentre quello del Giappone ha superato il 200 per cento.
L’euro trilemma
Il mercantilismo tedesco aveva già dato luogo a squilibri regionali e tensioni globali nel periodo precedente all’UEM. L’euro ha moltiplicato il peso della Germania - e la forza di gravità del punto di vista tedesco nelle questioni di politica economica nell’economia globale. In effetti, la Germania, campione del mondo delle discussioni sull’azzardo morale, sta tenendo in ostaggio la comunità mondiale ad un rischio globale "made in Germany" secondo il modello "troppo grande per fallire", derivante dal mix potenzialmente letale di un’unione monetaria disfunzionale unita alle conseguenze economiche della negazione dell’’euro trilemma’ da parte della Germania.
Rimane un fatto che, approfittando della crescita esterna, Eurolandia sta venendo meno ai suoi impegni per quanto riguarda il processo di riequilibrio globale del G-20. Ma è invece un altro fatto ancora che Eurolandia sta creando una minaccia alla stabilità del mondo con una follia auto-inflitta e neanche si vergogna di "richiedere il sostegno ai paesi che sono o più fiscalmente deboli o molto più poveri della stessa zona euro".
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Levy Institute |