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Italia, Credit crunch: meno prestiti dalle banche, usura in aumento del 155%

venerdì 19 aprile 2013, di Marta Panicucci

A lanciare “l’emergenza liquidità per l’Italia” è stata qualche giorno fa Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria. Il direttore ha soprattutto sottolineato la situazione disperata in cui versano le tante imprese italiane strangolate dai debiti, dai tassi di interesse troppo alti e spesso costrette a chiudere i battenti. Panucci evidenzia come al momento in Italia una impresa su tre non abbia abbastanza liquidità per lavorare in maniera profittevole, a tal punto che dal 2007 al 2012 la aziende costrette a dichiarare il fallimento sono raddoppiate. In questa situazione le banche fanno poco per cercare di risollevare l’economia reale e hanno chiuso i rubinetti dei prestiti per aziende e famiglie.

In questa situazione drammatica chi non si rassegna al fallimento è costretto a rivolgersi altrove. Nel 2012, secondo uno studio effettuato da Contribuenti. it, il fenomeno dei "prestiti illegali" è cresciuto mediamente del 155,2%, con un picco del 183,2% in Campania. Secondo i dati raccolti sarebbero a rischio usura nel 2013 più di 3 milioni di famiglie e almeno 2,5 milioni di piccole-medie imprese in tutta Italia.

Emergenza liquidità

"È in corso la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012", ha detto Marcella Panucci, sottolineando che "un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Imprese con progetti di investimento validi, quindi con attese di fatturato tali da poter pagare il servizio del debito, vanno in crisi per carenza di fondi nel breve termine".

Questa scarsità di fondi ha contribuito fortemente al numero di fallimenti registrati quest’anno e in continuo aumento: 3.596 nel quarto trimestre 2012 contro i circa 1.800 nel quarto trimestre del 2007. Nei giorni scorsi anche Mario Draghi ha parlato dell’argomento criticando le banche perchè non erogano prestiti a tassi ragionevoli per il tessuto imprenditoriale italiano.

Un po’ di numeri: mutui e prestiti

Secondo gli ultimi dati del Crif, ovvero il Database del credito, nel 2012 i mutui sono diminuiti del 42%; nei primi tre mesi del 2013 si sono registrate flessioni del 14%, del 10% e del 9%. Dall’inizio della crisi, nel 2009 la domanda dei mutui è crollata del 53%. Stessa forte flessione anche per la richiesta di prestiti che negli ultimi quattro anni è calata del 18%. Il problema del credito che affligge famiglie e imprese sta viaggiando su un doppio binario: da una parte le banche che concedono sempre meno prestiti e richiedono maggiori garanzie per la paura che il contribuente non sia in grado di ripagare il suo prestito; e dall’altra il tessuto imprenditoriale e le famiglie italiane che chiedono meno prestiti perchè non hanno più fiducia nella propria capacità di onorare il debito con gli istituti di credito.

Dalle stime di Bankitalia emerge il profilo di un paese in cui tante imprese sono sull’orlo del fallimento e le famiglie, fortemente indebitate, vivono con il timore di perdere la propria casa. Secono Bankitalia su ogni famiglia italiana pesa un debito medio di 30mila euro e più del 38%, in caso di imprevisto non sarebbe nelle condizioni di sostenere una spesa improvvisa di 800 euro. Dal 2010 a oggi denuncia la Confesercenti, 245mila aziende italiane hanno dichiarato il fallimento o per eccesso di debito o perchè strangolati dagli usurai.

Usura in aumento del 155%

Secondo un rapporto di Sos Impresa sono almeno 200mila i commercianti vittime di usurai (la cifra tiene conto solo di quelli denunciati), con debiti che possono arrivare anche a 600mila euro. Nel giro di poco tempo il numero degli usurai si è quasi raddoppiato, passando da 25mila ad almeno 40mila. Nell’anno passato il numero di coloro costretti a rivolgersi all’usura per reperire liquidità è aumentato del 155,2% e le stime parlando di dati simili o addirittura peggiori per il 2013.

Secondo Sos impresa Roma sarebbe la capitale dell’usura, qui si può trovare l’usuraio cosiddetto "cravattaro", ma anche organizzazioni criminali complesse con un giro d’affari ingente. Di solito la cifra richiesta è abbastanza modesta, si parla di cifre che vanno dai 5mila ai 20mila, ma con tassi di interesse che strangolano che riceve il prestito. Si tratta di tassi che vanno dal 10% nel caso dalla restituzione entro le 24 ore, al 20%, ovvero 240% annuo nel caso di tempi più lunghi.

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