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Istat: 4 milioni di italiani in povertà assoluta

giovedì 16 luglio 2015, di Marta Ruggiero

Secondo i dati ISTAT, i poveri assoluti raggiungono il 6,8% dell’intera popolazione, e ammontano a 1 milione 470 mila famiglie. In totale, gli italiani che vivono in condizioni di assoluta povertà sono 4 milioni.

La percentuale più alta - il 10% - è rappresentata dai minori, che ammontano a 1 milione e 45 mila; nel Mezzogiorno troviamo il 9% dei nullatenenti, a quota 1 milione e 866 mila; l’8.1% ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, e sono 857 mila; il 6,6% sono donne, e precisamente 2 milioni e 44 mila; la percentuale più bassa, invece, è quella degli anziani: sono 590 mila e rappresentano il 4.5%.

Dopo due anni di crescita senza sost, la povertà in Italia - nel 2014 - è rimasta stabile, ma i dati sono ancora allarmanti e le proporzioni non fanno salire il Paese tra i primi in classifica in termini di ricchezza.

Povertà: il solito gap tra Nord e Sud
Preoccupante è la situazione nel Mezzogiorno. Il 9% degli italiani, infatti, proviene dal Sud, e soprattutto tre sono le regioni che raggiungono livelli allarmanti: in Calabria, Basilicata e Sicilia una famiglia su 4 è indigente. Dati, questi, peggiori rispetto a quelli del 2013.
Cambia, invece, la situazione al Nord: la povertà incide meno, e l’ISTAT registra valori sicuramente meno alti rispetto a quelli del Sud Italia. I valori più bassi li troviamo in Trentino Alto Adige con il 3.8%, in Lombardia che registra un tasso del 4%, e in Emilia Romagna con il 4.2%.

Povertà in Italia: le famiglie con figli
Rispetto al 2013, la situazione economica delle coppie con figli in generale migliora, ma qualche precisazione è d’obbligo.
Tra le famiglie che hanno due figli l’incidenza di povertà assoluta si abbassa del 2.7%, e passa dall’8,6% al 5,9%. Per nuclei familiari con a capo una persona tra i 45 e i 54 anni l’incidenza si abbassa dell’1.4%, e passa dal 7,4% al 6%.

La povertà assoluta è in diminuzione anche nelle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione: passa dal 23,7% al 16,2% e si abbassa quindi del 7.5% rispetto al 2013. Questo ultimo dato dipende dal fatto che, all’interno di questi nuclei, ci sono sempre più frequentemente altri occupati o persone che si sono ritirate dal mercato del lavoro.

Livelli elevati di povertà assoluta si osservano, però, nelle famiglie con cinque o più componenti (16,4%), soprattutto nei casi di coppie con tre o più figli, di famiglie di altra tipologia, e con membri aggregati (11,5%).
L’incidenza sale al 18,6% se in famiglia ci sono almeno tre figli minori e scende al 4% nelle famiglie di e con almeno due anziani.

Stabile l’indice di povertà relativo
Così come quello della povertà assoluta, risulta stabile anche l’indice di povertà relativa. Nel 2014, riguarda il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale che ammonta a 2 milioni e 654 mila famiglie e 7 milioni e 815 mila persone.
L’indice si conferma stabile in tutta Italia - al Nord, al Centro e al Sud - e registra un miglioramento della condizione delle famiglie che hanno a capo una persona in cerca di occupazione: l’incidenza della povertà relativa, infatti, passa dal 32,3% al 23,9%, diminuendo così dell’8,4%. L’indice si abbassa anche per i residenti nei piccoli comuni del Mezzogiorno, e passa dal 25,8% al 23,7%, con una diminuzione del 2.1%.

Il premier Matteo Renzi, a fronte dei dati pubblicati dall’ISTAT, crede che l’Italia sia a una svolta, ma che ancora ci sia molta strada da fare. Pensa anche che, mantenendo il ritmo sulle riforme, si arriverà a dati di crescita importanti:

Questa è una buona notizia ma sarò felice quando vedrò dati di crescita superiori allo 0,1.

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