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Investimenti Esteri: l’Italia in fondo alla classifica di Ernest & Young

mercoledì 28 maggio 2014, di Simone Casavecchia

Anche quest’anno, come avviene da dodici anni a questa parte, Ernest & Young, ha stilato la classifica dei Paesi più attrattivi per gli investimenti di capitali esteri. La graduatoria che considera gli investimenti esteri diretti, in termini di progetti, è redatta annualmente e per quanto riguarda il 2013, fornisce dati tutt’altro che incoraggianti per il nostro Paese.

In testa alla classifica dei Paesi più attrattivi si trovano, infatti Germania e Regno Unito, mentre l’Italia è fuori anche dalla lista delle prime migliori 15 nazioni. Il documento che prende in considerazione i progetti esteri avviati in Europa nel 2013 e le variazioni del numero di tali progetti rispetto all’anno precedente, segnala quasi dovunque il clima di ripresa economica tanto decantato in questi ultimi mesi, dal moemento che indica un aumento dei progetti finanziati con capitali esteri nel 2013, non solo in Europa ma anche in Turchia e Russia, quando i livelli di crescita di molte nazioni erano ancora prossimi allo zero.

In Gran Bretagna, ad esempio, nel 2013, sono stati avviati 799 progetti finanziati con capitali esteri, mentre in Germania 701, nelle due nazioni in testa è stato registrato un aumento degli investimenti, rispetto al 2012, maggiore al 10%. Del tutto differente la posizione del nostro Paese dove gli investimenti, pur non essendo diminuiti, viaggiano su cifre e su percentuali di crescita di gran lunga inferiori.

In alcuni Paesi dell’Unione Europea la situazione è anche peggiore, dal momento che gli investimenti di capitali esteri sono diminuiti: tra queste nazioni si trovano la Spagna e molti Paesi dell’Europa dell’Est dove, rispetto al 2012, i programmi di investimento di capitali esteri sono calati.

Per quanto riguarda, invece, la graduatoria delle nazioni considerate maggiormente attraenti per le imprese estere, il podio viene conquistato dalla Germania, che ha ottenuto il 40% del consenso, seguita poi da da Regno Unito e Francia. In questo secondo caso l’andamento del Belpaese è addirittura negativo, con un trend in calo rispetto all’anno precedente e solo l’1% degli intervistati che si dice sicuro e soddisfatto a investire capitali in Italia.

Nelle tanto rassicuranti, quanto ottimistiche, parole di Marc Lhermitte, il funzionario di Ernest & Young che ha curato lo studio, il 2013 sarà ricordato nel futuro, come il momento dell’uscita dalla crisi e del cambiamento di rotta nell’orientamento della fiducia degli investitori, dal momento che la ripresa economica ha consentito a molti consigli di amministrazione di diverse centinaia di multinazionali di avviare progetti all’estero cono capitali propri.

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