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Inflazione nell’Eurozona ancora troppo bassa: +0.5% su base annuale

lunedì 30 giugno 2014, di Renato Frolvi

I dati usciti poche ore fa da Eurostat segnalano che l’inflazione al consumo - media area euro - per il mese di giugno si situa ancora a 0.5%. Un dato ancora troppo basso, pericolosamente basso, tanto da ipotizzare, nei prossimi giorni, nuove future pressioni verso la BCE, sia all’interno del consiglio dei governatori che all’esterno (vedi FMI, OCSE e alcuni esponenti dei governi UE) per sviluppare altre misure non convenzionali per scongiurare la deflazione e favorire una svalutazione multilaterale dell’euro.

Nel grafico: inflazione in area euro dal settembre 2008 al giugno 2014

Inoltre sono usciti oggi anche

  • i dati sulla massa monetaria M3, in crescita di un misero +1%
  • l’andamento dei prestiti al settore privato, in contrazione del – 1.4% A/A: permane una costante pigrizia delle imprese e delle famiglie nell’indebitarsi presso le banche, ma anche una resistenza da parte delle banche ad aiutare i soggetti che sono in difficoltà (vedi tabella sottostante)

Le misure intraprese il 5 giugno infatti non sono riuscite a raggiungere né il primo obiettivo (deflazione) né il secondo (svalutazione), in quanto misure intrinsecamente dotate di un ritardo temporale di 12-18 mesi per produrre crescita e insufficienti a convincere i mercati circa un rafforzamento del dollaro. Il dato dello 0.5% al consumo è inferiore al dato dell’inflazione “core” allo 0,8%. Quest’ultimo dato “core” esclude cibo ed energia, ma non è esaustivo della reale contrazione della domanda interna in area euro, perché la riduzione della spesa alimentare, che determina il salto all’ingiù da +0.8% a +0.5% da infl.”core” a inflazione al consumo, è un sintomo abbastanza grave della crisi economica: le famiglie iniziano a risparmiare persino sul cibo perché hanno già esaurito i margini di risparmio sulle spese voluttuarie e sulle bollette energetiche.

In conclusione, come già altre volte affermato su queste pagine, il cammino della BCE verso il Quantitative Easing sembra oramai essere segnato, anche se nella riunione di giovedì 3 luglio non saranno decise altre misure per il momento. Sarà importante ascoltare l’interpretazione che Draghi darà del dato di oggi nella riunione del 3 luglio prossimo e come risponderà alle inevitabili domande sulle prossime mosse di QE e sulla loro tempistica.

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