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Industria del petrolio: la crisi è (anche) colpa dei bus elettrici
giovedì 26 aprile 2018, di
L’avvento degli autobus elettrici è stato considerato quasi alla stregua di uno scherzo sette anni fa ad una conferenza di settore in Belgio, occasione in cui il produttore cinese BYD ne aveva mostrato un primo modello.
Isbrand Ho, amministratore delegato della società con sede a Shenzhen, ha parlato della circostanza ricordando come molti deridessero l’iniziativa. Ma, d’improvviso, gli autobus con motori alimentati a batteria sono diventati una questione estremamente seria, con il potenziale di rivoluzionare il trasporto urbano e di aumentarne le forze, rimodellando completamente l’industria energetica. La Cina è il precursore di questo cambiamento e sta facendo in modo che l’utilizzo di veicoli elettrici cominci a far diminuire la domanda di combustibili fossili.
I numeri sono sconcertanti. Nel 2017 la Cina è stata in possesso di circa il 99% di tutti i 385.000 autobus elettrici sparsi per il mondo - la stessa ha rappresentato il 17% dell’intera flotta del paese.
Ogni cinque settimane, le città cinesi aggiungono 9.500 nuovi veicoli ad emissione zero; un numero che corrisponde, secondo Bloomberg New Energy Finance , all’intera flotta a lavoro nella città di Londra.
Tutti elementi che cominciano a rendere sempre più evidente la diminuzione della domanda di carburante. E dato che i bus consumano 30 volte di più rispetto alle auto di dimensioni medie, il loro impatto sull’utilizzo di energia è di gran lunga maggiore rispetto alle berline prodotte da società come Tesla e Toyota.
Secondo i calcoli del BNEF, per ogni 1.000 autobus alimentati a batteria in strada, vengono rimossi dal mercato circa 500 barili di petrolio al giorno. Solo quest’anno il volume di carburante non più necessario potrebbe aumentare del 37%, ovvero 279.000 barili al giorno, a causa del trasporto elettrico che include auto e camion leggeri - si tratta più o meno della quantità di petrolio che consuma la Grecia.
Secondo Colin McKerracher, responsabile del trasporto avanzato presso l’unità di ricerca londinese di Bloomberg LP, il segmento si sta avvicinando al “punto di svolta”. McKerracher ha evidenziato come i governi delle città di tutto il mondo vengano rimproverati per la scarsa qualità dell’aria urbana. Si tratta di una preoccupazione che non accenna minimamente a diminuire, e le vendite di autobus elettrici sono in testa tra le soluzioni utili a portare benefici.
La Cina è la nazione che più di tutte si sta sforzando per portare un numero sempre maggiore di autobus elettrici sulle strade, perché ha il peggior problema d’inquinamento del mondo. Con la popolazione urbana in aumento e una domanda di energia che non accenna a smettere di crescere, l’ormai leggendario smog della nazione è stato responsabile di 1,6 milioni di morti in più nel 2015 secondo l’organizzazione no profit Berkeley Earth.
Dieci anni fa, Shenzhen era un tipico esempio di una fiorente città cinese che non si era spesa molto per i problemi dell’ambiente. Il suo smog divenne così famoso che il governo la scelse per un programma pilota finalizzato al risparmio energetico e a diffondere quindi l’utilizzo di veicoli a emissioni zero nel 2009. Due anni dopo, dalla linea di produzione della BYD arrivarono i primi autobus elettrici. E a dicembre, tutti i 16.359 autobus di Shenzhen erano elettrici.
BYD aveva in mano il 13% del mercato cinese degli autobus elettrici nel 2016 con 14.000 veicoli solo nelle strade di Shenzhen. Finora ne ha realizzati 35.000 e, secondo Isbrand Ho, ha la capacità di produrne fino a 15.000 all’anno.
BYD stima che i suoi autobus abbiano percorso 17 miliardi di chilometri e risparmiato 6,8 miliardi di litri di carburante da quando hanno iniziato a trasportare passeggeri nelle città più trafficate del mondo. Questo, secondo l’amministratore delegato della società, può significare almeno 18 milioni di tonnellate di inquinamento da biossido di carbonio evitato, il che equivale a 3,8 milioni di automobili prodotte ogni anno.
In una recente intervista, Ho ha ricordato che la prima flotta di autobus elettrici puri forniti da BYD ha iniziato ad operare a Shenzhen nel 2011. Ora, quasi 10 anni dopo, in altre città la qualità dell’aria è peggiorata mentre quella di Shenzhen è “estremamente migliorata” rispetto a quelle città.
Altre città stanno seguendo l’esempio. Parigi, Londra, Città del Messico e Los Angeles sono tra le 13 autorità che si sono impegnate a comprare solo veicoli per il trasporto a emissioni zero entro il 2025.
Anche Londra sta lentamente trasformando la sua flotta. Attualmente quattro percorsi nel centro della città serviti da unità ad un piano sono coperti da veicoli elettrici. È in programma un investimento significativo per la pulizia delle reti di trasporto pubblico, incluso l’adeguamento di 5.000 vecchi autobus diesel in un programma per garantire che tutti gli autobus diventino a emissione zero entro il 2037.
Questi obiettivi avranno inevitabilmente un impatto sul consumo di carburante. Il sistema di trasporti londinese necessita di circa 1,5 milioni di barili di carburante l’anno. Se l’intera flotta diventasse elettrica, si potrebbero spostare 430 barili al giorno di gasolio per ogni 1.000 autobus elettrici, riducendo il consumo di carburante del Regno Unito di circa lo 0,7% secondo quanto stimato da BNEF.
In tutto il Regno Unito vi erano 344 autobus ibridi elettrici e ibridi plug-in nel 2017, e BYD spera che verrà chiamata a fornire ancora più veicoli. Ha collaborato con un produttore di autobus scozzese per fornire le batterie per 11 nuovi autobus elettrici che sono andati su strada a marzo.
Alexander Dennis Ltd, produttore con sede a Falkirk, ha cominciato a produrre autobus elettrici nel 2016 ed è rapidamente diventato il leader del mercato europeo con oltre 170 veicoli operanti nel solo Regno Unito.
Ma c’è ancora più lavoro all’orizzonte, e secondo Isbrand Ho l’autorità dei trasporti di Londra sta pianificando una gara d’appalto per trasformare in elettrici i suoi leggendari autobus a due piani.
Ho ha infine evidenziato come la tecnologia sia ormai pronta, ricordando la massiccia presenza dei loro stabilimenti in Cina, e spiegando quanto Alexander Dennis in Scozia sia già attrezzato per il trasporto pubblico.
“Quando ci verrà data l’occasione, saremo pronti a partire” , ha assicurato Ho.