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Il paese più caro dell’eurozona? L’Italia: ce lo dice il Big Mac
giovedì 7 febbraio 2013, di
Dimentichiamo le statistiche sulla produzione e l’occupazione industriale; viene sostenuto infatti che il prezzo di un hamburger stia mostrando dove le riforme economiche dell’Europa stanno funzionando, e dove no.
Studiando i prezzi diversi per hamburger Big Mac in tutta la zona euro tra Luglio 2011 e Gennaio 2013, Guntram Wolff, economista press Bruegel, ha trovato le prove secondo cui i paesi in difficoltà come l’Irlanda hanno stretto la cinghia, mentre altri no.
I prezzi europei
Il prezzo di un Big Mac è stato utilizzato per decenni dall’Economist come metodo parziale per giudicare le valutazioni valutari globali: il succo è che il costo per fare un BigMac è lo stesso, ma il prezzo a cui è venduto è diverso in tutto il mondo.
Wolff ha preso i dati e ha scoperto che l’aumento dei prezzi in Grecia, Portogallo e Spagna è stato inferiore alla media della zona euro, mentre in Irlanda il prezzo effettivamente è sceso. Questi sono i principali paesi in cui sono in atto profonde riforme economiche a causa della crisi del debito.
Wolff conclude che l’adeguamento economico sta funzionando. Ad esempio, in Irlanda, che ha fatto tagli alla spesa dopo aver ricevuto aiuti internazionali, il prezzo del panino è sceso da 3,80 a meno di 3,50 euro.
La nostra eccezione
C’è una sola eccezione, però. La fortemente indebitata Italia è il paese più caro della zona euro per comprare un Big Mac (3,85 euro), quando in Germania costa solo 3,64 euro.
"Riforme del mercato del lavoro che non portano a più bassi prezzi dei prodotti sul mercato sono deleterie per i consumatori e impediscono all’economia di recuperare forza nelle esportazioni. L’Italia deve applicare le giuste politiche per affrontare l’elevata inflazione", dice Wolff.
Il dato viene confermato quindi dall’andamento dell’inflazione, che in Italia è salita tra Luglio 2011 e Dicembre 2012 del 6% (del 3,9% nella zona euro). Si potrebbe pensare che l’aumento sia stato causato dall’incremento delle imposte, ma non è così. Infatti, l’indice di Eurostat a tasse costanti mostra un aumento in Italia del 4,8%, quando quello nell’unione monetaria è del 2,9%.