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Mercati internazionali: il Dollaro USA ha i giorni contati?
giovedì 11 ottobre 2012, di
La situazione economica negli Stati Uniti e la condizione del Dollaro Americano quale valuta di riferimento mondiale e "safe haven" dei mercati finanziari internazionali, può essere analizzata da diverse prospettive e giungere, dunque, a conclusioni differenti. Giorni fa, abbiamo presentato un’analisi dal Financial Times che spiegava le ragioni secondo le quali, sul lungo termine, il Dollaro Americano continuerà a mantenere la propria posizione di valuta rifugio.
Oggi, invece, presentiamo un’analisi che sostiene come i giorni del Dollaro Americano, in qualità di riferimento mondiale, siano agli sgoccioli e indaga sui possibili scenari che si aprirebbero in un contesto finanziario internazionale eterogeneo e rinnovato, in cui i la crescita giovane e vitale dei mercati emergenti, supererà quella lenta e affannata degli Stati Uniti.
Lubrificante dei mercati
Mentre Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale continuano a lanciare moniti d’allarme riguardo alle prospettive di crescita economica a livello globale, le banche centrali continuano ad iniettare i mercati di liquidità:
– La Federal Reserve ha lanciato il terzo round di "quantitative easing" (QE3).
– La Banca Centrale Europea è pronta ad acquistare illimitati titoli di Stato dei paesi problematici dell’Eurozona che accettino il programma di condizionalità.
– La Banca Popolare Cinese risponde al rallentamento della crescita tagliando i tassi di interesse e dando una "sfoltita" agli obblighi sulle riserve.
Il trading su scala globale e il sistema finanziario hanno bisogno entrambi di essere lubrificati da un adeguato ed omogeneo numero di titoli che possano essere comprati e venduti a prezzi non elevati e che, nel tempo, mantengano il loro valore.
Per mezzo secolo i buoni del Tesoro Statunitense hanno svolto questo ruolo. La combinazione tra "sicurezza" e "liquidità" li ha resi il veicolo principale del finanziamento del sistema bancario su scala globale: fatto che spiega il ruolo del Dollaro quale riferimento delle riserve di valuta straniera e perché questo sia così centrale negli scambi internazionali, oltre e ben al di là del ruolo che ricopre nel commercio internazionale.
Mercati Emergenti: la nuova sfida per l’economia USA
Con l’avanzare dei mercati emergenti, la produzione interna lorda degli Stati Uniti è inevitabilmente destinata al calo, limitandone così la capacità di fornire titoli tanto sicuri e liquidi, come invece sarà richiesto. La capacità del Tesoro Statunitense di "spalleggiare" i propri titoli è legata alle entrate che questo è in grado di generare e che, in ogni caso, dipendono necessariamente dalla vitalità e dalla misura relativa dell’economia Statunitense.
La crescita dei mercati emergenti, giovane e vitale, supererà quella degli Stati Uniti e se non saranno attivati interventi mirati alle numerose sfide che il sistema fiscale statunitense deve affrontare, la situazione potrà solo peggiorare.
Gli Stati Uniti possono fallire?
Certamente, l’America non può dirsi a "rischio fallimento", ma se la situazione attuale dovesse persistere, le obbligazioni del Tesoro Statunitense non potrebbero mantenere il loro valore a tempo indeterminato. E se perdessero il loro valore, contemporaneamente perderebbero anche la fiducia degli investitori.
Se i titoli del Tesoro USA perdessero la quella "safety" che assicura gli investitori riguardo a ciò che li aspetta, smetterebbero di funzionare anche come la stabile garanzia che invece richiedono i mercati finanziari. Allo stesso tempo, perderebbero la loro attrattiva, in qualità di strumento col quale mantenere le riserve internazionali e non sarebbero più un mezzo utile per le transazioni commerciali.
Una carenza di liquidità sul fronte internazionale segnerebbe la fine della globalizzazione così per come la conosciamo. Le transazioni internazionali sia finanziarie, sia commerciali, diventerebbero sicuramente più costose. Le riserve, perso il riferimento, dovrebbero intervenire direttamente sui mercati internazionali e le banche centrali ed i governi sarebbero sicuramente riluttanti all’idea di lasciare i mercati a briglia sciolta.
Quale valuta potrebbe sostituire il Dollaro?
Esistono altre due economie, potenzialmente in grado di sostituire il ruolo sino ad oggi svolto dagli Stati Uniti: Cina ed Eurozona.
– I titoli Europei soddisferebbero ai requisiti di uniformità e liquidità, ma rimarrebbero tuttavia un ponte tra diciassette economie diverse e non integrate.
– La Cina, in effetti, non ha ancora sviluppato un mercato obbligazionario abbastanza liquido e, a parte questo, c’è il fatto che una valuta non può diventare riferimento mondiale senza la base della democrazia politica. L’esecutivo finanziario deve poter essere soggetto a controlli e revisioni sui bilanci, si tratta di un tipo di trasparenza che da fiducia agli investitori, compresi quelli stranieri. Dunque il problema della Cina è quello di una controversa situazione politica che non lascia molto margine di spazio all’immaginazione in materia di "trattamento politico della politica monetaria".
Dunque, se i giorni del Dollaro come riferimento sicuro a livello globale sono agli sgoccioli e le altre due potenze economiche mondiali non hanno tutti i requisiti giusti per sostituirsi agli Stati Uniti: chi potrebbe fornire la liquidità necessaria di cui il mercato finanziario internazionale ha bisogno?
Alcune ipotesi
Alcuni sostengono che tale liquidità potrebbe arrivare dal settore privato: le transazioni internazionali potrebbero essere finanziate utilizzando l’alto grado dei titoli e delle azioni delle corporazioni private. Ma il punto è che le aziende private, per quanto grandi, non sono legate al debito pubblico e gli investitori, soprattutto sul fronte delle transazioni internazionali, dovrebbero investire principalmente sull’informazione o fare affidamento sui rapporti delle agenzie di rating, dando origine ad un processo dal costo significativo.
Altre proposte sostengono che sia opportuno dare al Fondo Monetario Internazionale il potere di emettere "diritti speciali di prelievo" che la Federal Reserve dovrebbe accettare in cambio di un ritorno di liquidità in Dollari. Uno schema molto acuto, ma che comunque il Congresso non accetterà mai e poi mai.
Altra alternativa è quella che vede Eurozona, Cina e Stati Uniti in collaborazione in un meccanismo di condivisione del rischio. Un meccanismo del genere potrebbe essere attivato mettendo in atto misure che assicurino rispettivamente gli investitori su ciò che riguarda il debito. Ma in questo caso, la soluzione dovrebbe essere tanto economica, quanto politica.
Conclusioni:
Al momento il Dollaro rimane l’unica vera valuta di riferimento globale, ma ciò che è vero oggi non può esserlo per sempre. L’economia mondiale sta cambiando, divenendo sempre più multipolare ed eterogenea assieme al sistema finanziario e monetario internazionale. Prima o poi, il Dollaro dovrà affrontare nuovi rivali sulla scena internazionale e, quanto tale sfida possa essere pericolosa e quale sarà il suo ruolo nel contesto internazionale, più di ogni altra cosa, dipenderà dalle politiche che gli Stati Uniti decideranno di mettere in atto.
| Traduzione e adattamento per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini |
| Questo articolo è tratto dall’analisi del DWS Global Financial Institute: Is the Age of Dollar Dominance Coming to an End? |