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Gli esodati denunciano Elsa Fornero per mobbing e danno morale: perché?

venerdì 14 giugno 2013, di Valentina Pennacchio

Gli esodati denunciano Elsa Fornero per mobbing. Questa è la notizia che sta facendo il giro del web nelle ultime ore. E’ stata ufficialmente notificata la richiesta di risarcimento del danno morale inerente alla denuncia di mobbing sociale al Ministero del Lavoro.

La Riforma Fornero dopo tante critiche e accuse finisce in Tribunale. La denuncia, infatti, come spiegano i Comitati degli esodati, Contributori volontari e Quindicenni, “attiene esclusivamente all’operato del precedente Ministro”.

La denuncia è stata firmata da 191 esodati, che, in circa 6 mesi, hanno riunito documenti e certificati medici in cui vengono attestate tutte le patologie psicologiche causate dallo stress subito a causa della Riforma Fornero, che, come spiega Francesco Flore, portavoce dei Contributori Volontari:

“Era finalizzata a fare cassa immediata e che ha finito per stravolgere la vita di centinaia di migliaia di persone. Si tratta di un procedimento giudiziale prima di tutto di natura dichiaratamente etico-morale ed è importante sottolineare che gli attori in giudizio chiedono un simbolico risarcimento danni di 10.000 euro ciascuno, che sarà quasi totalmente devoluto ad una costituenda Associazione senza fini di lucro con il fine di sostenere le famiglie indigenti dei colpiti dalla riforma previdenziale Monti-Fornero".

I dati ufficiali dell’INPS, aggiornati al 10 giugno 2013, parlano chiaro sullo status del primo decreto: a un anno e mezzo dalla Riforma delle pensioni, che ha generato 314.576 esodati, solamente l’8,7% dei 130.000 esodati ha incassato la pensione, ovvero solo 11.384 persone.

Il motivo dell’accusa

Gli esodati sono seguiti dallo Studio Legale Alleva di Bologna. Perché si parla di danno morale? I Comitati spiegano:

“Il danno morale è stato causato dalla gestione negligente, imperita ed assolutamente dilettantesca di questa riforma, che ha procurato un continuo allarme sociale e psicologico nei soggetti interessati dai provvedimenti in esame, mediante uno stillicidio di dichiarazioni e controdichiarazioni formali, ordini e contrordini, una vera e propria sequela di ‘docce gelate’ ininterrotta durata mesi e mesi e fatta di promesse (poi mancate) che, nel loro insieme, hanno letteralmente demolito la tenuta nervosa degli attori. Vi sono state, addirittura, in questa triste vicenda della politica italiana, le finali pubbliche ammissioni di un ministro del lavoro che ha candidamente confessato di essersi sbagliato nel computo dei soggetti esodati”.

Esodati: voce comune di un dramma

Gli esodati rappresentano la voce di un dramma comune. Il Comitato nazionale dei contributori volontari ed il Comitato dei cosiddetti Quindicenni in un comunicato di dicembre dichiaravano:

“Da ormai 12 mesi 130.000 autorizzati alla contribuzione volontaria agli enti previdenziali (INPS ed INPDAP) e 65.000 cosiddetti ‘Quindicenni’ (disoccupati con 15-19 anni di contributi previdenziali versati per pensione minima di vecchiaia) vivono un vero e proprio inferno nel quale sono stati confinati dalla riforma delle pensioni. Infatti a seguito della riforma le loro famiglie hanno vissuto (e stanno vivendo) un vero e proprio incubo vedendo irrimediabilmente compromesso il futuro e il loro presente avendo davanti ancora numerosi anni senza alcun reddito e senza la legittima pensione che è stata spostata nel tempo da 1 a 10 anni, o addirittura cancellata come nel caso dei ‘Quindicenni’, anni durante i quali queste famiglie non sapranno di che vivere”.

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