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Giappone: inflazione a Tokyo ai massimi da 22 anni. Citi prevede nuovi stimoli della BoJ
lunedì 28 aprile 2014, di
L’Abenomics inizia finalmente a dare i suoi frutti, quantomeno in relazione all’obiettivo primario del governo giapponese, ovvero la volontà di riportare l’inflazione al 2% dopo un ventennio di deflazione. Il paese del Sol Levante sembra davvero poter passare il testimone della deflazione all’Europa, soprattutto dopo il dato sull’andamento dell’inflazione nell’area metropolitana di Tokyo che ha evidenziato una salita dei prezzi sui massimi degli ultimi 22 anni. Il dato nell’area della capitale nipponica viene considerato un anticipatore del trend nazionale ed è 5 volte maggiore rispetto all’andamento dei prezzi al consumo nell’area euro.
L’indice “core” dell’inflazione a Tokyo, ovvero quello depurato dai prezzi di generi alimentari freschi, considerati troppo volatili per il calcolo, è salito al 2,7% rispetto a dodici mesi prima (tra fine 2009 e inizio 2010 questo dato era addirittura a -2%). Il boom dei prezzi al consumo è dovuto in gran parte all’aumento dell’Iva, che dal 1° aprile scorso è salita all’8% dal 5% precedente. A marzo l’inflazione nell’area di Tokyo era all’1%. A livello nazionale l’inflazione giapponese a marzo è risultata a +1,3%, poco sotto le attese ma comunque sui livelli massimi degli ultimi 5 anni.
Secondo gli economisti la Bank of Japan (BoJ) dovrebbe imprimere una nuova accelerazione ai prezzi al consumo nel paese del Sol Levante, attraverso l’implementazione di un nuovo piano di stimolo monetario. Gli analisti finanziari di Citigroup ritengono che la BoJ aumenterà il piano di qualitative & quantitative easing a giugno o luglio (attualmente il programma di acquisti di asset è fermo a 70.000 miliardi di yen). Tra l’altro le autorità monetarie di Tokyo monitorano l’andamento dell’inflazione utilizzando come benchmark la traiettoria dei prezzi al consumo escludendo l’effetto provocato dall’incremento dell’Iva.