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George Soros tra i finanziatori della marcia delle donne contro Trump: ecco perché

mercoledì 25 gennaio 2017, di Chiara Ridolfi

George Soros ha da sempre sostenuto Hillary Clinton e non si è mai detto favorevole ad una presidenza di Donald Trump. Così, appena ne ha avuto l’occasione ha deciso di investire in una causa contro il neo eletto.
In questo caso stiamo parlando della marcia tenutasi il 21 gennaio 2017 e organizzata dalla donne che si oppongono alla nuova presidenza.

La marcia delle donne ha visto sfilare centinaia di migliaia di persone, che hanno deciso di opporsi a Trump e alla sua politica. I primi provvedimenti hanno infatti rispecchiato il programma elettorale di Trump.

Soros si è schierato contro il magnate dell’edilizia, finanziando la manifestazione delle donne e dando pubblicamente il suo sostegno alla causa anti Trump. Ma come mai uno degli speculatori più spietati del pianeta ha deciso di diventare un sostenitore della democrazia? Cosa ha spinto George Soros a investire i suoi soldi per dare sostegno al movimento?

Di certo la causa di Soros è profonda e si deve fare attenzione alla maschera che ha indossato adesso. Non dobbiamo dimenticare che le azioni speculative del magnate sono ancora famose per il loro alto tasso di speculazione.
Ecco perché George Soros ha deciso di andare contro Trump e la sua amministrazione.

George Soros contro Trump: ecco perché ha finanziato la marcia delle donne

Soros si erge a difensore della democrazia e anche le accuse dal forum di Davos riprende il suo scontro con Donald Trump finanziando la marcia delle donne. Uno dei più strenui sostenitori della Clinton ha infatti perso una gran quantità di soldi dalla vittoria di Trump e non sembra esserne stato contento.

Sebbene Soros sia uno degli uomini più ricchi del mondo, i soldi non sembrano mai essergli sufficienti e mira sempre ad aumentare il suo portafogli. Alla tenera età di 87 anni cerca quindi di accrescere le sue finanze.
Proprio mirando a questo sta cercando quindi di imporsi nelle proteste contro Trump.

Un giornalista del New York Times scopre così che oltre 56 delle organizzazioni partner della Marcia delle Donne sono legate agli investimenti di Soros. Lo squalo di Wall Street per eccellenza potrebbe quindi essere stato uno dei principali finanziatori della marcia, che si era dichiarata slegata da partiti e organizzazioni di varia natura.

Ma tra i principali finanziatori della Marcia non c’è solo uno dei maggiori sostenitori della Clinton, ma anche molte associazioni legati alla candidata sconfitta. Il New York Times mette infatti in luce come anche MoveOn.org, schierata apertamente per la Clinton e anche National Action Network anch’essa di questa fazione fossero tra i principali finanziatori.

Soros più che la democrazia americana quindi sta difendendo i suoi interessi e soprattutto sta cercando di tutelare i suoi investimenti. Hillary Clinton era la candidata perfetta secondo Soros proprio perché andava incontro ai suoi interessi.
La firma del TTP era infatti una fonte di guadagno per le posizioni speculative del magnate, mentre la questione con Trump si è chiusa causando delle perdite a Soros.

Soros, prima con le parole al forum di Davos e poi con il finanziamento alla Marcia diventa un sostenitore della democrazia. La verità è però ben diversa e molto più banale: lo squalo della finanza sta solo cercando di proteggere il suo impero.

Soros contro Trump: le parole al Forum di Davos

L’euforia tra gli investitori in borsa, dopo la vittoria di Donald Trump, finirà e l’incertezza prenderà il sopravvento.

Così ha parlato Soros al Word economic forum, mettendo in chiaro quanto il 45° Presidente americano avrebbe fatto male all’economia americana. Bisogna però dire che il giorno dell’elezione di Trump Soros perse ben 1 milione di dollari, avendo aperto posizioni errate.
Forse le sue parole di odio derivano anche dai tanti soldi persi nella sola prima giornata di governo di Trump.

Le parole di uno dei più grandi speculatori della storia non sono passate inosservate e sono state piuttosto dure. Soros ha infatti definito Trump un dittatore e ha messo in luce come Trump stesso non avesse neanche pensato di vincere.

Inoltre ha chiarito che gravi problemi potrebbero derivare a Trump dall’instabilità che ora regna sovrana in Europa. Il ruolo di Theresa May potrebbe infatti ben presto cambiare e non essere più quello degli ultimi mesi.
Inoltre tutta la questione del mercato finanziario europeo potrebbe ben presto diventare più grave.

Trump si troverà così di fronte ad un’Europa in brandelli e non saprà reagire, così porterà gli Stati Uniti in un momento di forte depressione.
Non ci resta che attendere per vedere se le parole di Soros si realizzeranno, ma abbiamo i nostri dubbi.

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