Gaza, Hamas e Qatar: un’alleanza strategica da 400 milioni di dollari

Hamas e Qatar: un’alleanza strategica da 400 milioni di dollari. Il conflitto a Gaza continua e i vari attori coinvolti cominciano a svelarsi. Hamas è nel mirino di molti contendenti: Egitto, Siria, Qatar. Qual è la strategia giusta?

Che ruolo gioca il Qatar?

In agosto l’emiro Hamad bin Khalifa al Thani si è recato a Gaza per siglare l’alleanza milionaria. Non solo sostegno economico. La strategia dell’emirato è chiara: allontanare Hamas dall’orbita iraniana, che sta sostenendo militarmente l’organizzazione. L’Iran, così come la Siria, in questo momento sono alleati "scomodi" e ciò rende appetibile qualsiasi altro partner, specie se dotato di laute finanze.

Con questa mossa, la piccola monarchia incassa un importante successo nella partita per la leadership nel mondo arabo. Gaza è un quartier generale strategico per il Qatar, che, messo in secondo piano il nemico di Teheran, può controllare l’Egitto di Morsi e dei Fratelli Musulmani (a cui Hamas notoriamente si ispira). Non dimentichiamo poi i giacimenti di gas. E Israele? Un economista, che vuole preservare l’anonimato, ha dichiarato: “Il Qatar non ha ufficialmente fatto pace con Israele ma vi intrattiene rapporti di ogni genere”. Ad oggi l’emirato riveste un ruolo importante tra Occidente e mondo arabo, tuttavia il dubbio è lecito: l’Occidente e l’integralismo islamico di Hamas parlano la stessa lingua?

Hamas ha già vinto?

Sotto alcuni punti di vista, nonostante le strategie e gli alleati, s’, Hamas ha vinto:

– Diplomaticamente. La striscia di Gaza de iure è una regione dello Stato della Palestina, ma de facto è sottoposta al governo islamico di Hamas. Dall’inizio della guerriglia gli interlocutori internazionali sono stati gli esponenti di Hamas, piuttosto che Abu Mazen, Presidente della Palestina.
– Politicamente. Il Partito Fatah è allo sbando e assolutamente inefficiente. Una soddisfazione non da poco per il tradizionale nemico Hamas.