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Furti in negozio: ecco quanto costano alle aziende del retail
mercoledì 6 dicembre 2017, di
Quanto incidono le cosiddette differenze inventariali sul fatturato delle aziende che operano nel retail? A dare una risposta sul peso economico dei furti negli esercizi commerciali italiani è il report realizzato da Crime&Tech, spin off dell’università Cattolica di Milano, in collaborazione con Checkpoint e Laboratorio per la sicurezza.
Le cifre rilevate dallo studio nel 2016 sono rilevanti e suggeriscono investimenti sempre più specifici nel settore della sicurezza.
Le perdite economiche causate dai furti
Nel 2016, secondo lo studio “La sicurezza nel retail in Italia. Uno studio su furti, rapine e nuovi sistemi di prevenzione”, la merce sparita dai punti vendita italiani ha inciso per l’1,1% sul fatturato delle aziende che operano nel retail per un valore economico di circa 2,3 miliardi di euro.
Nello stesso periodo, in media, ogni singolo punto vendita ha sventato 83 furti, con la Lombardia (134) e la provincia di Milano (183) in testa per colpi non riusciti.
“Le perdite in termini di mancate vendite sono alte, certo, e la maggior parte delle aziende, anche le Pmi, hanno capito quanto sia importante investire in sistemi di sicurezza”
spiega Giuseppe Mastromattei, che guida l’associazione Laboratorio per la sicurezza ed è responsabile sicurezza della catena H&M.
Un fenomeno, quello dei furti in negozio, che interessa i più svariati settori merceologici, dall’abbigliamento al fai-da-te, passando per la grande distribuzione e la cosmetica. Tra i prodotti più gettonati dai ladri ci sono materiale sportivo, borse, alcolici, intimo, accessori per la telefonia.
A livello geografico, le regioni in cui il fenomeno delle differenze inventariali è più concentrato sono Campania, Puglia ed Emilia Romagna, con alcune concentrazioni territoriali a maggior rischio come la bassa padana (tra Alessandria e Bologna), le province di Bari e Brindisi, l’area compresa tra Napoli e Cosenza.
Inoltre, la città in cui i ladri entrano maggiormente in azione nei negozi è Agrigento, seguita da Parma, Como e Siena.
Investire in sicurezza
Sul fronte della sicurezza, ha calcolato il rapporto, le aziende del retail in Italia spendono in media lo 0,5% del fatturato.
I negozi, dunque, cercano di fronteggiare il fenomeno dei furti attraverso sempre più sofisticati sistemi di protezione, da quelli antitaccheggio alla videosorveglianza passando per le guardie armate.
“Le etichette anti-taccheggio ingombranti e che a volte impedivano, ad esempio, di provare con facilità un capo o una scarpa, sono quasi un ricordo. Oggi parliamo di etichette Rfid, che oltre a “suonare” se non sono state disattivate alla cassa possono fornire molte altre informazioni sui clienti. Stanno poi diffondendosi soluzioni innovative come sensori anti-taccheggio tarati per le borse schermate, software predittivi capaci di indicare in tempo reale i negozi più a rischio o le zone del punto vendita da controllare maggiormente”
afferma il ricercatore Michele Riccardi.