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Forze armate 2017, rischio pensioni basse per mancato arrotondamento. Ecco le novità
giovedì 9 marzo 2017, di
Forze armate 2017, il rischio pensioni basse coinvolge oltre 400 i militari che rischiano una decurtazione dell’assegno pensionistico. Tutto si gioca sull’arrotondamento dell’anzianità di contributi che viene calcolato in maniera differente per i militari rispetto ad altri dipendenti pubblici.
Il rischio decurtazione sull’assegno pensionistico delle forze armate nel 2017 è stato affrontato recentemente anche in Parlamento con un’interrogazione diretta ai Ministri del Lavoro e della Difesa.
L’arrotondamento effettuato con un criterio restrittivo per le forze armate potrebbe garantire un abbandono del vantaggioso sistema retributivo ritardato di ben 16 anni.
Le novità, che di certo non faranno felici le forze armate, aprono al rischio di pensioni basse, al contrario di quanto invece previsto per gli altri dipendeti pubblici. Ecco tutti i dettagli.
Forze armate 2017, rischio pensioni basse per mancato arrotondamento. Ecco le novità
Nelle forze armate sono a rischio di ricevere una pensione bassa tutti quei militari che hanno preso servizio in data precedente al 25 giugno 1982 e che hanno visto rimodulata la propria pensione sulla base del sistema contributivo. Nel 2017 avranno un’anzianità di servizio di almeno 35 anni e per molti di loro si avvicina il momento del ritiro per pensione.
Una pensione più bassa potrebbe essere percepita a conti fattida un numero di militari che oscilla tra i 400 e i 450. Sono coinvolti i membri delle forze armate che entro la data del 31 dicembre 1995 avevano maturato un’anzianità contributiva superiore ai 17 anni, 11 mesi e 15 giorni.
A chi nelle forze armate ha queste caratteristiche si dovrebbe applicare il passaggio al sistema contributivo che calcola l’importo della pensione sulla base dei contributi versati agli istituti previdenziali. Il sistema è meno oneroso per le casse dello Stato ma al contempo conferisce un’assegno pensionistico spesso inferiore al metodo retributivo.
Gli addetti alle forze armate che invece vantano entro la fatidica data del 31 dicembre 1995 almeno 18 anni di contributi non hanno visto il passaggio al metodo contributivo sino alla data del 31 dicembre 2011. Lo spartiacque dei 18 anni di contributi entro la fine del 1992 può costare quindi 16 anni in meno di assegno pensionistico calcolato con il più vantaggioso metodo retributivo.
Forze armate 2017, rischio pensioni per mancato arrotondamento: caso unico nel pubblico
Per il personale delle forze armate la questione si gioca tutta sull’interpretazione più o meno restrittiva dell’arrotondamento ai 18 anni di contributi entro la fine del 1992. Nel loro caso si è spesso deciso per un’interpretazione restrittiva, negando l’accesso all’arrotondamento anche per chi al 31 dicembre 1992 aveva sulle proprie spalle già 17 anni, 11 mesi e 15 giorni di contributi: circa 2 settimane in meno dei fatidici 18 anni.
Non per tutto il settore del pubblico si è applicata questo stesso metro di giudizio. In casi analoghi infatti per i dipendenti degli enti locali si è provveduto all’arrotondamento per l’accesso alla pensione più vantaggiosa. È stato così utilizzato un criterio più severo nei confronti dei militari rispetto ad altre situazioni affini.
Per le forze armate non viene applicata tra l’altro anche la circolare Inpdap n. 14 del 16 marzo del 1998. Se infatti la legge 449 del 1997 negava l’arrotondamento per "frazioni di anno", la circolare in questione spiegava che con le citate "frazioni" si dovesse intendere esclusivamente i mesi.
L’Inpdap imponeva così, nel caso in questione, che per un’anzianità contributiva maggiore o uguale a 17 anni, 11 mesi e 15 giorni si dovesse procedere all’equiparazione a 18 anni.
Un trattamento differente questo che arriverà ad impattare concretamente su quelle oltre 400 persone che vedranno una pensione più bassa dei loro colleghi nel pubblico pur avendo maturato gli stessi requisiti contributivi.
Forze armate 2017, il caso arriva in Parlamento
Per le forze armate ha sollevato la questine in Parlamento l’onorevole Trifone Altieri del gruppo misto. Nell’interrogazione del 1° marzo 2017 ha infatti chiesto delucidazioni in materia ai Ministri del Lavoro e della Difesa.
La richiesta che viene mossa è quella di diramare indicazioni precise agli uffici dell’Inps al fine di rendere operativo il riconoscimento dell’arrotondamento a mese intero per frazioni superiori ai 15 giorni. In questo modo si eviterebbero dei contenziosi con i membri delle forze armate con probabile esito negativo nei confronti dell’amministrazione pubblica.
La Corte dei Conti, per la sezione Sardegna, ha infatti già riconosciuto lo scatto ai 18 anni per un ex appartenente all’Arma dei Carabinieri che vantava a fine 1992 contributi per anni 17, mesi 11 e giorni 19.