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Forex: dati cinesi deludenti deprimono le valute oceaniche
lunedì 15 settembre 2014, di
Non si placano le vendite sulle due valute oceaniche, ovvero il dollaro australiano e il dollaro neozelandese, che questa volta pagano con un nuovo deciso calo i deludenti dati macroeconomici provenienti dalla Cina. D’altronde non poteva essere altrimenti, visto che Pechino è il principale partner commerciale dei due paesi: grande importatore di minerali australiani, ma anche di prodotti alimentari neozelandesi. Stanotte ha deluso non poco l’andamento della produzione industriale cinese ad agosto, cresciuta soltanto del 6,9% su base tendenziale dal 9% della precedente rilevazione. Gli analisti finanziari si aspettavano un lieve calo, ma fino all’8,8% su base annua.
Peggio del previsto sono risultate anche le vendite al dettaglio cinesi, che ad agosto hanno evidenziato un incremento dell’11,9% su base annua. Si tratta di un dato inferiore al 12,2% del mese precedente. Gli economisti avevano prospettato un dato sostanzialmente invariato a +12,1%. La reazione delle valute oceaniche a questi dati è stata molto negativa. Il dollaro australiano ha proseguito la sua discesa, che ormai va avanti da ben 6 sedute consecutive. Da inizio mese il cambio AUDUSD perde quasi il 4% e stanotte è sceso sotto la soglia psicologica di 0,90, toccando il minimo più basso degli ultimi sei mesi a 0,8983.
La valuta di Sidney sta soffrendo anche contro l’euro, tanto che il cross EURAUD è salito in area 1,4420 sui massimi a un mese. Negli ultimi giorni questo cross valutario è passato da 1,38 a 1,44 per un apprezzamento superiore al 4%. Il quadro tecnico resta molto precario anche se si parla di dollaro neozelandese. Il tasso di cambio NZDUSD è sceso stamattina fino a 0,8123, il livello più basso degli ultimi sette mesi. Per il Kiwi la performance negativa negli ultimi due mesi è decisamente sorprendente, considerando anche il differenziale dei tassi di interesse (sono al 3,5% in Nuova Zelanda, poco sopra lo 0% negli Stati Uniti).
Infatti il Kiwi, dai top del 10 luglio scorso posti a 0,8836, è arrivato a perdere qualcosa come l’8,8% circa. La robusta discesa del dollaro neozelandese non dispiace affatto al governatore della RBNZ, che un paio di mesi fa aveva fatto intendere di non essere più disposto a tollerare una valuta troppo forte e che quindi non andava escluso un intervento a mercati aperti della banca centrale di Wellington per fermare la corsa del Kiwi. Da allora è avvenuto un rovinoso crollo delle quotazioni, ma secondo gli esperti del forex potrebbe esserci a breve un maxi-rimbalzo tecnico.