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Forex: Euro sempre più giù. Quali sono i motivi del crollo e fin dove può arrivare?
venerdì 26 settembre 2014, di
L’euro è una delle valute più vendute del momento. Ieri il tasso di cambio euro/dollaro è sceso fin sotto 1,27, il livello più basso da novembre 2012, mentre il cross euro/sterlina ha toccato il minimo più basso da oltre due anni sotto 0,78. Il deprezzamento della moneta unica può essere spiegato principalmente con la divergenza in tema di politica monetaria tra la BCE e la FED (ma anche rispetto alla Banca d’Inghilterra).
Da un lato c’è l’Eurotower che è stata costretta a lanciare una serie di misure monetarie ultra-accomodanti per fronteggiare al pericolo deflazione nell’eurozona; dall’altro le banche centrali di Stati Uniti e Regno Unito si stanno muovendo nella direzione opposta: la FED ha già quasi concluso il tapering e il prossimo anno dovrebbe alzare i tassi di interesse per almeno tre volte; la BoE si appresta ad aumentare il costo del denaro già all’inizio del 2015.
La debolezza dell’euro dipende anche dalle notevoli differenze nell’andamento dell’economia. L’eurozona fatica a risollevarsi dalla crisi e molti paesi sono ancora in recessione. La disoccupazione è su valori record e la domanda interna è al palo. Lo stesso Draghi ha definito la crescita economica nell’area euro come “fragile” e “modesta”, senza contare che esistono più rischi di ricadute che di ripresa. Ora anche la virtuosa Germania appare in difficoltà.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, invece, le cose vanno decisamente meglio. Washington può far leva sul significativo miglioramento del mercato del lavoro e del settore immobiliare, Londra sta evidenziando una crescita economica ben al di sopra delle aspettative e un decisivo aggiustamento dei conti pubblici. Altro elemento interessante da valutare è la base monetaria, probabilmente lo strumento più efficace per raggiungere gli obiettivi di politica monetaria.
In Eurolandia la base monetaria è in crescita dallo scorso luglio, dopo che dall’estate del 2012 era stata in costante calo. Non a caso l’euro ha accelerato vistosamente al ribasso proprio quando questa variabile ha cominciato a mostrare un continuo incremento. La moneta unica sembra destinata a perdere ancora molto terreno da qui a un anno, anche se i cali più marcati dovrebbero avvenire solo rispetto al dollaro americano e alla sterlina.
Altre valute - come lo yen, il franco svizzero e le valute oceaniche – potrebbero apprezzarsi poco o nulla visto che le rispettive banche centrali stanno perseguendo una politica di svalutazione competitiva della moneta. Ma fin dove può spingersi l’euro nel cambio con il dollaro? Le previsioni sui cambi sono forse le più problematiche in assoluto, in quanto entrano in gioco numerose variabili difficili da controllare nel medio-lungo periodo. Ad ogni modo i broker internazionali e le principali banche d’affari si aspettano nuovi approfondimenti ribassisti da qui a dodici mesi. Le stime di consensus calcolate da Bloomberg, in un sondaggio condotto tra 70 esperti del mercato forex, colloca l’euro intorno a 1,26 dollari entro la metà del 2015.
Secondo Bank of Tokyo-Mitsubishi il cambio euro/dollaro sarà a 1,22 entro fine anno prossimo, mentre per Morgan Stanley raggiungerà 1,20, ovvero l’area di minimo che risale a fine luglio 2012. La banca d’affari americana avanza poi anche l’ipotesi di due scenari meno probabili, ma comunque da non escludere a priori: il peggiore vede il cambio a 1,05, quello migliore a 1,28. Altre previsioni di cui tener conto sono quelle di Citigroup a 1,15 e di Barclays a 1,10.