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Fed:verso uno strategia post-crisi. Si riunisce oggi il consiglio direttivo dell’Istituto di Washington. Domani decisione sui tassi.
martedì 26 aprile 2011, di
Oggi e domani si riunisce il FOMC, il consiglio direttivo della Federal Reserve per decidere il da farsi sui tassi d´interesse.
Per la prima volta nella storia questa riunione non si concluderà mercoledì con il solito comunicato di mezza pagina, bensì con una vera conferenza stampa.
Da qui possono arrivare indicazioni cruciali sul futuro dell´economia mondiale.
La crisi di sfiducia che investe il dollaro ha ripercussioni su tutti: penalizza le esportazioni europee, rafforza la galoppata al rialzo dell’oro e delle materie prime.
Il dollaro è tornato ai minimi storici dell´agosto 2008, cioè agli albori della crisi finanziaria.
Le cause di questa debolezza sono interne ed esterne. La prima è la politica del tasso zero applicata dalla Fed, che deprime i rendimenti in dollari: a differenza della Bce che ha già iniziato ad aumentare i tassi sull´euro, per non parlare delle banche centrali dei paesi emergenti (India, Brasile) e produttori di materie prime (Canada, Australia) che praticano tassi elevati per contrastare l´inflazione.
La seconda ragione della fuga dal dollaro è l´allarme per il debito pubblico degli Stati Uniti e la sensazione che sia lontana un´intesa fra Barack Obama e i repubblicani sul risanamento dei conti.
La terza, esterna, si trova a Pechino e a Tokyo.
Il risparmio cala e il Giappone ha bisogno di rimpatriare capitali investiti all´estero per evitare una recessione post-terremoto/tsunami. In quanto alla Cina, alle prese con un´inflazione (5% ufficiale, 10% reale) pericolosa per la sua stabilità interna, sembra apprestarsi a un cambio di strategia valutaria: forse annuncerà un rivalutazione del renminbi (Yuan) per rendere meno care le importazioni. Questo si accompagna a un calo negli acquisti cinesi di titoli pubblici americani.
La Banca Centrale americana dovrebbe dare indicazioni sulla "exit strategy" dalla controversa strategia di acquisto di buoni del Tesoro americano per 600 miliardi di dollari, che dovrebbe concludersi a giugno.
Il programma, dettato dall´emergenza, doveva impedire che l´America scivolasse verso una seconda recessione. Annunciata a novembre, consisteva in massicci acquisti (600 miliardi di dollari) di titoli del debito pubblico americano: un modo per erogare credito a buon mercato. Difficle prevedere come reagiranno i mercati quando verrà meno l´abbondante liquidità fornita dalla Fed.
La chiave di volta della strategia della Fed rimane l’andamento dell’economia e dell’inflazione. Domani la Fed pubblicherà anche gli aggiornamenti sulle previsioni economiche: è possibile che siano riviste al rialzo le previsioni sull’inflazione e al ribasso le stime di crescita del Pil nel breve periodo.
Oggi l’indice benchmark FTSE 100 è salito dello 0,4 per cento a 6,040.16 (ore 09:46 a Londra). E’ aumentato del 7,9 per cento dal 16 Marzo,in cui ha raggiunto il livello minimo del 2011, riflesso delle speculazioni degli investitori sulla possibilità che la ripresa economica globale fosse in grado di resistere al disastro in Giappone dell’11 marzo e delle turbolenze provocate dalle rivolte popolari in Medio Oriente e Nord Africa. L’indice FTSE All-Share ha aggiunto oggi 0.3 punti percentuali, mentre ll’indice irlandese ISEQ è salito dell’1,4 per cento.
