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Euro: uscita o adesione? L’Europa dell’Est spaccata a metà
mercoledì 6 marzo 2013, di
Mentre il mondo economico e politico continua a parlare della possibilità di un’uscita dall’euro e dei possibili vantaggi e svantaggi che da ciò potrebbero derivare, l’Europa dell’Est sembra essere completamente spaccata a metà sulla questione.
Due gli scenari diversi che prenderemo in considerazione: quello della Lettonia, che in questi giorni si mostra frettolosa di diventare parte della moneta unica europea, e quello della Polonia, che invece ha deciso di fare dietrofront ed ha deciso di non voler più l’euro, almeno fino al 2015.
La Polonia
La decisione secondo cui la Polonia per il momento non aderirà all’euro è venuta dal presidente stesso, Bronisław Komorowski, che ha detto, "Perché dobbiamo adottare l’euro adesso? Non c’è alcuna fretta; è chiaro, nonché importante e fondamentale, che ci sia un ampio sostegno pubblico. Bisogna convincere il popolo polacco che l’adesione all’euro sia una buona cosa per il Paese".
La decisione è quindi rimandata al dopo elezioni politiche e presidenziali previste per il 2015 e solo dopo un’attenta valutazione di costi e benefici, in modo tale che il Paese avrà "tutti gli elementi che gli permetteranno di scegliere la migliore opzione, al fine di garantire la sicurezza dell’economia polacca e mantenere la propria competitività, anche dopo l’entrata nell’eurozona", secondo le parole del premier Donald Tusk.
Secondo i sondaggi, circa due terzi della popolazione polacca si dice contrario all’abbandono dello zloty, la valuta nazionale attuale che ad oggi appare ancora abbastanza forte e stabile, circa a 4 zloty per un euro.
Soddisfatto della decisione presa (quella appunto di rimanere per il momento fuori dall’euro), Marek Belka, il governatore della Banca Centrale polacca, la Narodowy Bank Polski, il quale ha commentato, "ci è andata bene, e comunque meglio che ad altri, perché siamo rimasti fuori".
La Lettonia
Discorso opposto invece per quanto riguarda la situazione della Lettonia, in totale contro tendenza: infatti, nella marea di sentimenti euroscettici, la Lettonia ha deciso di presentare all’Ecofin la richiesta di adesione formale alla moneta unica europea, mossa già fatta lo scorso anno, ma venuta meno a causa del mancato rispetto dei requisiti giuridici ed economici necessari per l’adesione.
Ora però la situazione appare diversa; a tal proposito, Gunthram Wolf del Bruegel Institute, ha commentato,
La Lettonia ha fatto importanti progressi per quanto riguarda l’aggiustamento della propria economia, diventando competitiva e migliorando in complesso le proprie performance. Riguardo il rispetto dei parametri previsti, sono ottimista, credo che la Commissione darà il via libera all’adesione. Penso si tratti di un buon segnale il fatto che esistano ancora Paesi interessati a far parte dell’Eurozona, nonostante tutte le difficoltà che questa attraversa. Questa è una notizia positiva.
Si tratterebbe della seconda repubblica baltica che entra a far parte dell’euro, in seguito all’Estonia, che ha aderito due anni fa; al momento, la Lettonia vanta un’economia abbastanza solida, molto forte soprattutto nell’economia di Internet.
La risposta dovrebbe arrivare già a Giugno, e così in caso di approvazione, il Paese potrebbe abbandonare il Lat a partire dal primo Gennaio 2014.
Un caso ancora diverso è invece quello della Slovacchia, che sembra ora pentita di aver scelto anni fa l’ingresso nella moneta unica.