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Equitalia: le cartelle esattoriali inviate al contribuente devono essere adeguatamente motivate

martedì 29 aprile 2014, di Manuela Margilio

La pretesa di pagamento avanzata da Equitalia deve essere debitamente motivata qualora non sia preceduta da un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate; la mancata ottemperanza a tale obbligo comporta la nullità della cartella di pagamento.
È quanto stabilito dalla Cassazione con ordinanza n. 8934 del 17 aprile 2014.
Ritiene la Suprema Corte che, in mancanza di un motivato avviso di accertamento, la cartella di pagamento notificata al contribuente deve essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile. Tale obbligo deriva da principi di carattere generale stabiliti dalla legge in materia di atti ammnistrativi (art. 3 legge 241 del 1990) e recepiti in materia tributaria dallo statuto del contribuente (art. 7 legge 212 del 2000).
Affinché si possa parlare di motivazione puntuale e dettagliata è necessario che la cartella contenga tutti gli elementi necessari affinché il contribuente venga informato in merito all’importo da versare e a tutte le ragioni sottese alla pretesa tributaria.
Si tratta di una tutela del contribuente, indispensabile per poter esercitare il suo diritto alla difesa, avvalendosi degli strumenti riconosciuti dalla legge.

Che cos’è l’avviso di accertamento

Qualora il contribuente non provveda in tutto o in parte al versamento delle imposte, scatta una serie di provvedimenti volti alla riscossione dei tributi dovuti.
Il mancato pagamento entro il termine stabilito comporta, innanzitutto, l’attivazione di un procedimento di verifica dell’omesso o irregolare versamento. L’attività di controllo del corretto adempimento degli obblighi fiscali rientra tra i compiti istituzionali dell’Agenzia delle Entrate.
Si provvede in primo luogo con l’avviso bonario, una comunicazione con la quale l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente del controllo che viene effettuato nei suoi confronti evidenziando eventuali mancanze o irregolarità. Si tratta di una mera comunicazione della quale il soggetto può chiedere l’annullamento o la rettifica, nel caso in cui ritenga la richiesta priva di fondamento. Nel caso in cui si tratti di un debito effettivamente non pagato e riconosciuto, potrà provvedere a regolarizzare la sua posizione debitoria.
Qualora nonostante l’avviso bonario nulla venga invece corrisposto, verrà formalizzato al contribuente l’avviso di accertamento. Si tratta di un atto con il quale si chiude la procedura di controllo operata nei suoi confronti, che viene portato a conoscenza del soggetto interessato con comunicazione della motivazione della pretesa, delle maggiori imposte dovute e delle sanzioni. Si comunicano le modalità per provvedere al sanamento delle anomalie riscontrate o per proporre ricorso dinnanzi al giudice tributario.
Le imposte non pagate vengono iscritte a ruolo e con la notifica della cartella di pagamento al contribuente, ha inizio la procedura di riscossione da parte dell’Agente di riscossione.

Che cos’è la cartella di pagamento

E’ l’atto adottato dall’Agente di riscossione per conto dell’Ente impositore, con il quale viene attivata la procedura per il recupero del credito In caso di mancato pagamento nel termine di 60 giorni infatti si attiverà il procedimento per la riscossione forzosa di quanto dovuto.
La cartella esattoriale costituisce titolo esecutivo ed è opponibile al creditore con procedimenti quali il sequestro, il pignoramento o l’espropriazione di un bene nonché il fermo amministrativo di un veicolo.

Cosa dice la Corte di Cassazione

Qualora come nel caso esaminato, in presenza di irregolarità riscontrate nella dichiarazione dei redditi, la cartella esattoriale di Equitalia sia il primo atto notificato al contribuente, tale cartella dovrà essere adeguatamente motivata, se non preceduta da un avviso di accertamento fiscale completo ed esaustivo. In questa evenienza la cartella non costituisce mero atto di riscossione bensì funge da vero e proprio accertamento del debito di imposta.
Qualora il contribuente non venga messo nella condizione di conoscere nel dettaglio la sua posizione nei confronti del fisco, e poter così impugnare l’atto, la pretesa avanzata nei suoi confronti potrà ritenersi illegittima.

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