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Ema: l’Italia ha presentato ricorso

mercoledì 31 gennaio 2018, di Francesca Caiazzo

La beffa della monetina non è stata proprio mandata giù. Così, l’Italia alla prima occasione prova a riprendersi ciò che è andato perduto in un tristissimo sorteggio.

Nelle scorse ore, il governo italiano ha presentato ricorso alla Corte Europea contro l’assegnazione della sede dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ad Amsterdam.

A sostegno dell’iter intrapreso, anche il Comune di Milano, che spera ancora di poter beneficiare dell’indotto economico e del prestigio internazionale derivanti dall’ospitare l’importante ente europeo.

I motivi del ricorso

A riaccendere la speranza, evidentemente mai sopita, di un eventuale arrivo dell’Ema a Milano dopo il trasloco da Londra a causa della Brexit, sono state le dichiarazioni dello stesso direttore dell’Agenzia, Guido Rasi – altro italiano – che ha parlato di “condizioni non ottimali” della sede provvisoria che l’Olanda ha proposto all’Ema in attesa di potersi insediare in quella definitiva che però non sarà pronta prima del 2019.

C’è da dire che la questione dei tempi della consegna del Vivaldi bulding all’Ema era già nota fin dall’inizio ma secondo l’Italia potrebbero esserci i presupposti per ipotizzare che l’Olanda non abbia fornito informazioni complete a riguardo, attestando “cose non vere” – così si è espressa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - nel dossier presentato in occasione della candidatura.

Dunque, la decisione assunta dai 27 Stati membri potrebbe essere stata viziata da questa circostanza.

“Non è questione di campanili ma di operatività dell’Agenzia, e Milano è pronta”

ha affermato Lorenzin, che si è detta ottimista su una eventuale rivalsa dell’Italia sebbene ci siano poche possibilità di vittoria.

Nella stessa direzione, oltre al governo italiano, c’è anche il Comune di Milano che - supportato dalla Regione Lombardia - ha chiesto al Tribunale di prima istanza di annullare la decisione presa dal Consiglio dell’Unione Europa il 20 novembre scorso.

In mattinata, sulla questione è intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni, che a Uno Mattina ha detto:

“Dobbiamo provarci sapendo che l’Ema è importantissima, interessa la salute di tutti i cittadini. C’è stata la gara tra 27 Paesi, noi abbiamo fatto un figurone perché siamo arrivati primi e poi abbiamo perso il sorteggio ma poi è emerso che ci sono informazioni incomplete nel dossier di Amsterdam. Chiediamo alla Corte di Giustizia e poi al Parlamento Ue di valutare. La partita non è chiusa ma non dobbiamo farci illusioni che sia facile riaprirla perché ci sono state procedure seguite.”

Da Bruxelles: “Niente da aggiungere”

L’assegnazione definitiva della sede dell’Ema avverrà ufficialmente a marzo, in vista del voto in plenaria. Per questo motivo alcuni analisti e fonti del Consiglio europeo hanno espresso dubbi e perplessità sulla decisione dell’Italia di ricorrere alla Corte di Giustizia europea visto che l’iter non è ancora concluso.

Intanto, il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, è stato perentorio:

“E’ una decisione dei 27 Stati membri e non abbiamo niente da aggiungere. Abbiamo fatto il nostro lavoro, producendo un’analisi legale di tutte le offerte ricevute in modo trasparente. Non abbiamo fatto shortlist o graduatorie, ma abbiamo fatto la nostra valutazione sulla base dei criteri decisi. E nessuno l’ha messa in dubbio”.

Da parte sua, venuto a conoscenza delle intenzioni del governo italiano, il ministro alla Saluto olandese, Bruno Brunis, ha sottolineato l’orgoglio dell’Olanda nell’ospitare l’Ema ribadendo che

“Abbiamo costruito la campagna su continuità e qualità. Il processo che ha portato alla decisione è stato giusto e onesto. "Stiamo facendo il massimo per assicurare un rapido trasferimento ad Amsterdam. Attueremo quanto previsto dall’offerta in stretta collaborazione con l’Ema, per assicurarne la continuità operativa”.

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