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Elezioni USA 2012: Batman voterebbe Obama o Romney? La cultura popolare influenza il voto americano
venerdì 20 luglio 2012, di
Batman voterebbe Obama o Romney alle prossime elezioni USA 2012? Rappresenta le esigenze dei ricchi o sta dalla parte dei poveri? Sembra un gioco da nerd, ma è quello che gli americani si stanno realmente chiedendo. Segno che anche la cultura popolare influenza, e non poco, il voto americano.
Batman è repubblicano o democratico?
God bless America. Senza di loro non ci sarebbero tutti i supereroi che hanno arricchito le nostre giornate durante l’infanzia: cosa saremmo senza Batman, Superman, Spiderman o gli X-Men? Icone di un mondo fantastico, che vanno a rappresentare tutto quello che un giorno, quando eravamo piccoli, sognavamo di diventare, e che magari, per esorcizzare questo sogno impossibile, ne indossavamo i costumi durante le feste di carnevale.
Fatto sta che quella che sembrerebbe una domanda assolutamente banale, un gioco da duro e puro nerd con la fissa dei fumetti e di tutto ciò che ruota attorno alla culture mass, negli Stati Uniti è una questione da prendere assolutamente sul serio. No, nessuno scherzo: negli States se lo stanno chiedendo realmente, in occasione dell’uscita di "The Dark Knight Rises" (in Italia, "Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno"), tristemente noto anche per i tragici fatti di cronaca.
Insomma, la questione è questa: Batman voterebbe Barack Obama o Mitt Romney? E soprattutto, il film che chiude la saga di Christopher Nolan, rappresenta gli interessi dei repubblicani o dei democratici? Le versioni sono molto discordanti. Per alcuni (Regno Unito e qualche media statunitense) Batman rappresenterebbe Mitt Romney e gli elementi chiave che fanno pensare a questo sono molteplici: innanzitutto Bruce Wayne è un ultramiliardario che dunque appartiene all’1% della popolazione. Il suo nemico, Bane, guida una folla di manifestanti anti-finanza, in cui molti hanno visto un’estensione del movimento "Occupy Wall Street": gli indignados, dunque, sarebbero arrivati fino a Gotham City, con il loro carico di terrore e violenza e Batman, che difende l’interesse dei ricchi, si appresta a sbaragliarli.
Eppure, non tutti sono d’accordo con questa teoria: negli Stati Uniti, la maggior parte dei media vede Batman come un alias di Obama, ma soprattutto la sua nuova nemesi, Bane, come una rappresentazione di Mitt Romney (su internet sono presenti anche alcuni fotomontaggi che sovrappongono il volto del repubblicano al personaggio del film). A guidare le file di questa teoria, il seguitissimo conduttore radiofonico repubblicano Rush Limbaugh: "Sapete come si chiama il cattivo del film?", chiede Limbaugh. "Bane! E sapete qual è il nome della società di Romney di cui si chiacchiera tanto? Bain!" (l’assonanza è evidente, in inglese, "Bane" e "Bain" hanno la stessa pronuncia, bein, ndr). Poco importa a Limbaugh se il personaggio di Bane (in Italia, "Flagello") è stato inventato all’inizio degli anni Novanta: gli stessi creatori del personaggio (Chick Dixon, Doug Moench e Graham Nolan) hanno definito "ridicole" le accuse del conduttore.
Sull’affare Bain Capital abbiamo già riservato un approfondimento, ma questa ulteriore testimonianza fa capire ancora una volta quanto la campagna elettorale USA 2012, almeno fino a fine agosto, sarà focalizzata sulla contrapposizione tra ricchi e poveri e sulle presunte menzogne di Romney al Paese relative al suo mandato alla Bain Capital.
Tornando a Batman, le teorie che lo vogliono rappresentare gli interessi dei democratici sono suffragate da molti riferimenti, come il fatto che Bruce Wayne sia sì un miliardario, e dunque rappresenti l’1% della popolazione mondiale, ma data la sua filantropia, le donazioni elargite in beneficenza e gli ingenti investimenti sulla green economy (come Obama), è chiaro che la sua tendenza sia nel difendere gli interessi del restante 99% della popolazione.
Quell’immaginario popolare che pesa sulle scelte americane
Ma il "nerdismo" degli americani, un fattore assolutamente da non sottovalutare, non si ferma certo qui. Sarà il fatto che gli statunitensi di oggi, privi di una "Storia" come quella europea, vedano nei personaggi di finzione gli unici possibili paladini della propria cultura: loro, figli di colonizzatori, sono riusciti a colonizzare l’inconscio culturale del mondo con personaggi di fantasia. Supereroi, ma non solo! Il cinema, la letteratura, la musica: pionieri di valori che hanno portato in giro tutti i pregi e le contraddizioni di un’America sempre alla ricerca di eroi nazionali.
E non parliamo a sproposito di "eroi nazionali", perché un’altra tra le domande nerd che sono circolate negli ultimi giorni corrisponde a una questione che noi in Europa considereremmo una vera e propria assurdità, in grado di testimoniare inconfutabilmente l’inattendibilità di un Paese. Se arrivassero gli alieni, chi sarebbe il candidato più adatto a fronteggiare un eventuale attacco? Questa è la questione principale: considerando che il 10% degli americani crede di aver visto almeno una volta nella sua vita un Ufo e quasi tutti credono nell’esistenza della vita extraterrestre, anche questa domanda non è da prendere come uno scherzo. Due terzi degli americani, infatti, hanno seriamente risposto che tra Obama e Romney sarebbe il primo il presidente ideale per rispondere a un’offensiva aliena.
Tornando agli uomini mascherati, la "svolta" politica dei supereroi non è un fatto da poco: nel 2008 uscì una miniserie, intitolata "DCU: Decisions", nella quale i supereroi della DC Comics erano chiamati a prendere una posizione politica su dei candidati fittizi in occasione di un’elezione presidenziale.
Non mancano inoltre anche le riletture politiche dei principali personaggi di fumetti che imperversano negli States, un po’ come da noi in Italia, quando c’era odore di caccia alle streghe, in cui si contrapponeva il Tex Willer di destra contro il Dylan Dog anarchico e il Ken Parker di sinistra. Negli Stati Uniti, le riletture sono state innumerevoli e a volte contraddittorie, a cominciare da Capitan America, dapprima paladino dei sacri valori statunitensi (non poteva essere altrimenti, visto il nome) e cacciatore di comunisti, poi ri-umanizzato al fine di rappresentare la vera coscienza americana, non priva di contraddizioni in termini e difetti lampanti.
Spiderman, invece, è sempre stato considerato apolitico, ma più democratico che repubblicano (4 anni fa Obama dichiarò le proprie simpatie per questo personaggio), mentre l’eroe proveniente da Kripton, oltre che Superman sarebbe anche Super-Partes. Al contrario di Catwoman, anarchica e completamente fuori dalle regole, o degli X-Men, le cui particolarità genetiche, rendendoli diversi, li mettono dalla parte dei democratici, la più efficace rappresentanza delle minoranze.
La politica che entra nell’immaginario, non esplora solo l’universo dei comics, ma anche quello delle serie tv. Famosissimo, ad esempio, è il caso di "True Blood", dove la comunità dei vampiri rappresenta diverse estensioni di minoranze etniche nella Louisiana di oggi (dove si conta un altissimo tasso di preferenze repubblicane), tra cui la più citata è quella omosessuale. E proprio l’ultima stagione di "True Blood" è salita agli onori delle cronache per la recente apparizione dell’attuale presidente Barack Obama, rappresentato da una maschera, scena che non ha mancato di suscitare accese polemiche da parte dei democratici.