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Ebola: l’epidemia spaventa l’Europa. Anche in Italia scatta l’allarme, si temono sbarchi a Lampedusa
venerdì 11 aprile 2014, di
Già nei giorni scorsi abbiamo scritto della diffusione del virus dell’ebola che sta interessando l’Africa. In realtà da 48 ore circa è scattato anche l’allarme rosso per alcune aeroporti europei dove fa solitamente scalo un elevato numero di voli provenienti dall’Africa. Oms infatti, ha fatto notare che rispetto ad altre epidemie di Ebola, rimaste circoscritte ai villaggi africani dove si registravano i primi contagi, in questo caso l’epidemia è arrivata anche nelle grandi città, dalle quali tramite gli aeroporti l’ebola potrebbe sbarcare nel Vecchio continente.
Codice rosso negli aeroporti europei
Secondo l’Oms si tratta di un’epidemia particolarmente letale iniziata qualche settimana fa in Guinea e velocemente diffusa in tutta l’Africa. Sempre secondo le stime dell’organizzazione mondiale della sanità l’allarme epidemia proseguirà per i prossimi 4 mesi circa.
Gli aeroporti europei sono stati messi sotto stretta sorveglianza in particolare Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona dove è più elevato il numero di voli provenienti dai paesi africani. In questi scali è scattato il codice rosso e alcune compagnie aeree chiedono un certificato sanitario redatto da un medico del posto prima di consentire ai passeggeri africani di salire a bordo di qualsiasi velivolo in partenza per l’Europa.
Situazione in Italia
Anche in Italia è scattato l’allarme per l’epidemia di Ebola. Il Ministero della Sanità ha comunicato con una circolare l’attivazione di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La nota è stata inviata all’Enac, alla Farnesina, alla Croce Rossa Italiana e per la prima volta dal 1970 ad oggi, anche al Ministero della Difesa.
L’Italia non ha voli diretti che provengono dall’Africa, ma passeggeri contagiati potrebbero tranquillamente entrare nel paese attraverso uno dei scali europei messi, per fortuna, sotto controllo. Un esperto spiega che "tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione. L’Italia non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall’epidemia; se da una parte è positivo, dall’altra è un fattore di difficoltà poiché passeggeri infetti potrebbero arrivare dagli scali europei".
Lampedusa
Altra difficoltà tutta italiana è il monitoraggio degli sbarchi via mare. Infatti, se i paesi europei hanno come porta d’ingresso per presunti malati soltanto gli aeroporti, per l’Italia il discorso è molto più complesso.
Nel documento realizzato dal dipartimento generale per la prevenzione infatti, si fa cenno alla necessità di controllare gli arrivi diretti e indiretti: un chiaro riferimento all’onda di migranti che proprio in queste ore sta sbarcando a Lampedusa.
Ed è proprio sulle nostre coste che l’Italia potrebbe non essere pronta ad affrontare una possibile ondata di migranti provenienti dalle zone a rischio di quella che l’Oms ha definito l’epidemia più grave degli ultimi anni. E proprio nelle ultime ore a Lampedusa si è registrata un grande ondata di arrivi, proprio in un momento in cui il centro di prima accoglienza è chiuso e quindi i migranti sono trasferiti sulla terraferma o restano in attesa sulla banchina del porto di Lampedusa, in condizioni igieniche disastrose.
"I migranti arrivati in questi giorni - racconta Pietro Bartolo, coordinatore sanitario dell’isola - provengono in gran parte dalla Libia e questo dovrebbe escludere la presenza di portatori del virus ebola. Ma in ogni caso è meglio stare con gli occhi aperti perché la situazione è drammatica e non è possibile procedere all’identificazione dei migranti che arrivano”.