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Dimissioni Juncker: ecco cosa ha detto l’ex presidente dell’eurogruppo
mercoledì 16 gennaio 2013, di
Jean Claude Juncker ha concluso ufficialmente la sua esperienza come presidente dell’Eurogruppo, dando seguito all’annuncio delle sue dimissioni che risale alla fine di aprile 2012.
Le ultime dichiarazioni di Juncker hanno movimentato molto i mercati interrompendo la salita dell’euro e ponendo nuovamente forti preoccupazioni sul futuro dell’eurozona se le attuali politiche di auterità dovessero continuare.
Proprio a causa della risposta inefficace dell’europa alla crisi che sta portando danni ingenti all’economia reale dei paesi dell’area Euro (anche la Germania comincia a perdere colpi) con ripercussioni soprattutto sull’occupazione che diventa poi origine di problemi sociali a tutti i livelli.
La polemica sulle parole di Juncker
I media si sono concentrati sulle ripercussioni sull’euro e su alcuni aspetti del discorso di Juncker (il sole 24 ore ha titolato "Stanco di Parigi e Berlino") ma secondoil blog di informazione Voci dall’estero molte delle affermazioni di Juncker, fortemente critico sulle decisioni e l’operato della UE negli anni del suo mandato (e ci sarebbe da capire perchè non ha parlato prima), non sono state riportate con il giusto risalto dagli organi di informazione Europei.
Qui è possibile vedere il video dell’intervento di Junkcer sul sito della BBC.
Da Voci dall’estero:
Juncker ha detto:
• Che non era d’accordo con il ritmo degli aggiustamenti "imposti ad alcuni paesi", e che l’Eurogruppo non ha fatto alcuna valutazione politica su questi aggiustamenti, i quali troppo spesso erano semplicemente "delle copie delle raccomandazioni di Commissione, BCE e FMI, la cui legittimità democratica non è chiara".
• che "la scelta è stata quella di far ricadere tutto l’aggiustamento sui paesi più deboli";
• che quei paesi che hanno beneficiato delle fughe di capitali dalla Grecia non hanno fatto nulla in proposito;
• che è stato fatto l’errore di "sottovalutare il dramma della disoccupazione" e di "dare l’impressione che l’Europa è lì solo per punire" e che non premia i "paesi partecipanti ai programmi" che proseguono con i loro piani di aggiustamento;
• che il suo successore farebbe bene ad "ascoltare a tutti i membri della zona euro su base paritaria" anche se ci vuole molto tempo per portare a termine un meeting, "altrimenti, se il mio successore non lo farà, in 6 mesi si vedranno i risultati";
• che i risultati dell’ultimo Consiglio Europeo sono stati "deludenti", perché "l’idea di partenza era di presentare una tabella di marcia per i decenni seguenti";
• in materia di coordinamento delle politiche economiche, che ’"non possiamo continuare con un sistema in cui il braccio monetario di Francoforte è forte e il braccio della politica economica è debole". E che "dobbiamo far sì che ogni volta che un governo raccomanda una riforma strutturale questa sia spiegata all’Eurogruppo e che i ministri spieghino quali saranno le conseguenze di tali riforme nei diversi paesi";
• "C’è bisogno per tutti gli Stati membri di concordare un ’salario sociale minimo’, la necessità di un minimo di diritti sociali di base per i lavoratori, altrimenti perderemo l’appoggio delle classi lavoratrici". C’è la necessità di "un accordo su alcuni elementi di solidarietà", "principi e modi di risoluzione delle crisi bancarie", e "un sistema di depositi di garanzia";
• che il Green Party in Lussemburgo voterà contro il Trattato Fiscale perché "sono stufi di quello che vedono come un diktat tedesco";