Home > Altro > Archivio > Di Maio: ecco i giornalisti che diffamano il M5S. Ma l’indirizzo della (…)

Di Maio: ecco i giornalisti che diffamano il M5S. Ma l’indirizzo della lettera è “sbagliato”

mercoledì 8 febbraio 2017, di Simone Micocci

Di Maio ha annunciato di aver inviato una lettera al presidente dell’Ordine dei giornalisti in cui ha fatto i nomi delle persone che diffamano, almeno secondo lui, il Movimento 5 Stelle.

È ora di finirla con questa campagna diffamatoria nei confronti del M5S”, ha dichiarato Di Maio tramite il suo profilo Facebook, riferendosi alle notizie contrastanti che stanno uscendo in questi giorni in merito al caso di Virginia Raggi.

In attesa di una risposta da parte del presidente dell’ODG, Enzo Iacopino, il sindacato dei giornalisti si è scagliato contro il vice presidente delle Camera, definendo la sua lettera come una “lista di proscrizione” che ha come obiettivo quello di screditare la categoria.

Ma a quali giornalisti si riferisce Di Maio? Ecco quali sono i giornalisti che secondo il Movimento 5 Stelle diffondono notizie false per screditarli.

Di Maio invia una lettera al presidente dell’Odg: “Ecco chi dice il falso sul M5S”

Di Maio, tramite il suo profilo Facebook, ha reso pubblico il testo della lettera con cui ha chiesto al presidente dell’Odg, Enzo Iacopino, di prendere provvedimenti per i comportamenti poco deontologici di alcuni giornalisti, che in questi giorni in merito alla vicenda della polizza assicurativa di Virginia Raggi hanno “diffuso notizie false”.

Ecco il testo completo della lettera:

Gentile Presidente, la libertà di stampa è un valore irrinunciabile per ogni Paese democratico. Ma altrettanto irrinunciabile è il rispetto della verità a cui ogni giornalista, per deontologia ed etica professionale, dovrebbe attenersi. In questi giorni abbiamo assistito a uno spettacolo indegno da parte di certa stampa, che ha usato la vicenda di una polizza a vita intestata a Salvatore Romeo, e il cui vero beneficiario è lui stesso tranne nell’ipotesi estremamente improbabile della sua morte, per infangare e colpire in maniera brutale la sindaca Virginia Raggi e lintero Movimento 5 Stelle. Loperazione di discredito nei confronti della Raggi è iniziata ben prima che il Movimento 5 Stelle vincesse le elezioni a Roma: lo sapevamo ed eravamo preparati a questo, ma oggi si è toccato un limite che è nostro dovere denunciare. Da osservatore attento avrà seguito la vicenda sulla polizza e saprà: 1) che la Raggi non ha mai preso un soldo; 2) che appresa dai magistrati la notizia della polizza, ha immediatamente richiesto che il suo nome venisse rimosso dal documento; 3) che la Procura stessa ha precisato che nella vicenda non si ipotizza alcun reato e che la polizza non è da considerarsi uno strumento di corruzione. Su gran parte dei Tg e dei giornali usciti il 3, il 4 e il 5 febbraio, però, gli italiani hanno letto unaltra storia, costruita non su fatti documentabili, ma su menzogne e notizie letteralmente inventate. E anche quando la Procura è intervenuta per ristabilire la verità, i giornali hanno continuato con le ipotesi, i sospetti, i dubbi e le insinuazioni. Nessuno sino ad oggi ha chiesto scusa né a Virginia Raggi, né al Movimento 5 Stelle, né ai lettori.

Lei Presidente mi invita a non generalizzare un`intera categoria, ma a segnalarle i casi di comportamenti deontologicamente scorretti. Eccoli qui di seguito, con nomi e cognomi. Giudichi Lei se questa è informazione.

Nel dettaglio, i giornalisti che secondo Di Maio hanno avuto dei comportamenti poco deontologici dal momento che hanno diffuso notizie false sono:

  • Emiliano Fittipaldi (L’Espresso);
  • Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera);
  • Carlo Bonini (La Repubblica);
  • Alessandro Sallusti (Il Giornale);
  • Elena Polidori (QN-Carlino-Nazione-Giorno);
  • Valentina Errante (Il Messaggero);
  • Sara Menafra (Il Messaggero) ;
  • Edoardo Izzo (La Stampa).

La risposta dei sindacati alla lettera di Di Maio

Non si è fatta attendere la risposta del sindacato dei giornalisti, che ha definito il comportamento di Di Maio come un tentativo maldestro di screditare la categoria. Infatti, secondo i sindacati, in uno stato di diritto come l’Italia chi si sente diffamato da un giornalista deve rivolgersi alla magistratura, mentre non sono accettabili né le “liste di proscrizione” né le “intimidazioni”.

In questo modo Di Maio non sta facendo altro che mettere “all’indice tutti i cronisti che in questi giorni stanno raccontando con rigore e dovizia di particolari le inchieste della magistratura in cui è coinvolta la sindaca di Roma”.

Inoltre, il sindacato ricorda a Di Maio che il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti a cui ha inviato la lettera, non è competente per giudicare il suo esposto poiché è di secondo grado. “È come se si volesse cominciare un processo direttamente dalla Corte di Appello”, ha affermato Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.

Sarebbe stato più corretto, quindi, se Di Maio si fosse rivolto ai competenti ordini regionali, giudici competenti in prima istanza. Sempre se l’obiettivo dei vertici del M5S non sia quello di “rendere pubblica la loro idea di giustizia”.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.