Detroit risorge dopo la bancarotta. Intesa al tribunale, cancellati 7 miliardi di debiti

Dopo aver sperimentato il tracollo finanziario e dato un’immagine negativa in giro per il mondo, la città dell’auto risorge dopo 16 mesi di amministrazione controllata. Detroit volta pagina e prova a rinascere, grazie all’approvazione del progetto di rilancio economico-finanziario accettato dal tribunale fallimentare. L’intesa consente alla città di cancellare qualcosa come 7 miliardi di dollari di debiti e allo stesso di tempo di ridurre drasticamente le pensioni dei dipendenti municipali.

Detroit avrà la possibilità di investire e di cancellare una volta per tutte la pessima immagine data al mondo intero di una metropoli in declino industriale e urbano, accentuatasi dopo la dichiarazione di fallimento con il 30% dei palazzi in completo stato di abbandono e il 40% dei lampioni dati alle fiamme. La città cerca (e vuole) il riscatto. Il primo passo fondamentale è stato quello di evitare la bancarotta più totale. A occuparsi del rilancio è stato Kevyn Orr, manager d’emergenza che ha dovuto far fronte al caos scaturito da una condotta politica scriteriata fatta di sprechi pubblici pazzeschi, che avevano portato il debito della metropoli a 18 miliardi di dollari.

La città, capoluogo della contea di Wayne nel Michigan, potrà anche salvare le sue preziose collezioni d’arte presenti nel prestigioso Detroit Institute of Arts. E tutto grazie al piano di rilancio e di investimenti approvato dal giudice Steven Rhodes e sottoscritto dai maggiori creditori della città. Inoltre banche, assicurazioni e altre istituzioni finanziarie hanno accettato pesanti perdite sulle obbligazioni municipalizzate emesse dalla città. Le risorse recuperate serviranno per migliorare i servizi di pubblica utilità, per ricostruire le aree degradate e per acquistare pc e altre attrezzature necessarie per il corretto funzionamento dell’amministrazione locale.