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Ddl scuola, oggi al Senato, giovedì la fiducia: 100.000 assunzioni dal 1° settembre
mercoledì 24 giugno 2015, di
Il Governo va avanti, alla fine ha vinto la testardaggine del premier Renzi. Il ddl sulla scuola - "la buona scuola" - non viene ritirato, anzi, viene imposto con forza come punto fondamentale del programma di Governo: oggi in Senato, giovedì il voto di fiducia.
Ieri il presidente dei senatori della Lega Nord Gian Marco Centinaio ha annunciato, al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che il ddl scuola approderà oggi pomeriggio in Senato, dopo che a maggio il testo era stato già approvato dalla Camera
Non è stato concluso, quindi, l’iter in commissione Istruzione e già domani è previsto il voto di fiducia.
Gridano allo scandalo le opposizioni.
Dal M5S a FI tutti sono concordi nel criticare la riforma fortemente voluta da Matteo Renzi, sia nel metodo che nel merito.
Vediamo di seguito quali sono i quattro punti principali della riforma, che potrebbe portare all’assunzione di 100.000 precari.
1) Ddl scuola: assunzioni dei precari
Il testo del ddl prevede l’assunzione, a partire dal prossimo 1 settembre, di 100 mila precari. Questo è l’obiettivo originario del Governo già annunciato a fine 2014 con lo stanziamento di 1 miliardo di euro nella legge di Stabilità. Chi entrerà fin da subito sono gli insegnanti appartenenti alle graduatorie ad esaurimento (Gae) più i vincitori residui del concorso del 2012. Restano esclusi per ora gli idonei del concorso 2012 e gli abilitati con i tirocini Tfa, i percorsi Siss e Pas. Dal 2016 si entrerà solo per concorso.
2) Ddl scuola: la meritocrazia
Un altro principio cardine, spesso annunciato e mai applicato, è quello del merito. Il ddl prevede il collegamento degli scatti di carriera (ovvero gli aumenti di stipendio) ai crediti formativi e didattici che gli insegnanti riusciranno ad acquisire nel corso della loro carriera.
Non vi sarà più, quindi, un collegamento esclusivo con l’anzianità di servizio. La ripartizione prevista dal punto di vista percentuale è significativa: il merito varrà per il 70%, l’anzianità per il 30% della valutazione finale.
Appare debole, tuttavia, lo stanziamento già previsto dal Governo per il 2016, pari a 200 milioni di euro.
3) Ddl scuola: addio alle supplenze
Con il ddl “la buona scuola” il sistema delle supplenze verrà rimosso. Al suo posto verrà istituito l’organico funzionale d’istituto, composto da docenti che verranno chiamati direttamente dal dirigente scolastico. E questo è uno dei punti di maggiore polemica della riforma. Anche gli oppositori più miti del premier hanno fatto notare come, in un sistema come quello italiano, tale norma possa dar luogo a fenomeni di clientelismo di vario genere.
4) Ddl scuola: il “preside sceriffo”
Oltre al potere visto al punto precedente, al preside sarà assegnato anche il compito di valutare gli insegnanti. E in un sistema in cui il merito andrà a pesare per il 70% sulla valutazione finale, ciò rappresenta un altro elemento di discussione importante.
E’ prevista una norma per evitare un potenziale conflitto di interessi: non potranno essere assegnati, infatti, incarichi a partenti o affini del dirigente scolastico medesimo.