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Crolla il Made in Italy alimentare: sono gli effetti devastanti del clima?

lunedì 14 gennaio 2013, di Daniele Sforza

Crolla il Made in Italy, per ciò che concerne gli alimenti: la dieta mediterranea non è più di moda. Mentre in Borsa il lusso Made in Italy va alla grande, spopolando nei principali listini (Prada a Honk Kong, Salvatore Ferragamo a Milano) e proseguendo, in un certo senso, la strada intrapresa nel 2012, lo stesso non si può dire per l’alimentazione "italiana". A tal proposito la Coldiretti ha espresso vivamente la propria preoccupazione dopo i dati diffusi dall’Istat relativi alla produzione industriale a novembre.

Un calo preoccupante

Si va dal -12% registrato dall’olio d’oliva al -6% segnato dal vino. Ancora peggio mele (-15,2%) e pere (-34%).

Coldiretti spiega così le cause di questo notevole decremento: a causare un crollo dei raccolti, infatti, sarebbero stati "gli effetti dell’andamento climatico anomalo registrato nell’ultimo anno, a causa del gelo invernale, la siccità estiva e i nubifragi autunnali". Tutto ciò, sempre in base alle stime di Coldiretti, ha portato a "un totale di appena 40 milioni di ettolitri" per ciò che concerne la vendemmia, scesa ai valori minimi da quasi 40 anni, mentre "la produzione di olio d’oliva è scesa a 4,8 milioni di quintali, mentre quella di pomodoro da conserva" si è ridotta a 4,4 milioni di tonnellate.

Rischio importazioni

"La produzione nazionale", afferma Coldiretti "è in grado di garantire nel 2013 circa il 75% del fabbisogno alimentare degli italiani". Ciò conduce a un inevitabile rischio: quello "di un aumento delle importazioni di ingredienti di diversa qualità spacciabili come Made in Italy". Alcuni esempi? "Concentrato di pomodoro cinese, olio extravergine tunisino, mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero".

In conseguenza di ciò, Coldiretti avverte di tenere alta la guardia e di migliorare una legislazione che, sotto questo aspetto, risulta ancora troppo aperta.

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