Home > Altro > Archivio > Crisi, crollano gli acquisti e chiudono le imprese: quale futuro per l’Italia?

Crisi, crollano gli acquisti e chiudono le imprese: quale futuro per l’Italia?

giovedì 24 gennaio 2013, di Daniele Sforza

Per le imprese italiane il 2012 è stato un anno nerissimo. A confermare una certezza di cui si parlava già da tempo anche Unioncamere, che ha comunicato il proprio bollettino di guerra relativo alle imprese. Nel 2012, infatti, si sono verificate ben 364.972 chiusure, ovvero hanno chiuso circa 1.000 imprese al giorno, contro le 383.883 aperture.

La crisi affossa le imprese: 2012 terribile

Un saldo positivo, ma di entità molto minore rispetto agli anni precedenti, e che comunque fa riflettere su quanto sia drammatica la situazione imprenditoriale in Italia. Mentre le chiusure hanno infatti registrato un incremento di 24mila unità rispetto al 2011, le aperture hanno segnato una variazione al ribasso di 7.427 unità rispetto all’anno scorso. L’apertura e la chiusura delle imprese, inoltre, è un segnale evidente di come ci sia una mancante stabilizzazione nel settore. Sostanzialmente, le imprese aprono e, quasi subito dopo, chiudono, vessati da un’ingente pressione fiscale e da una esagerata burocrazia, che in tempo di crisi non consentono investimenti e crescite professionali.
A tutto ciò si aggiunge anche un altro dato diffuso dall’Istat, che ha rilevato un’ulteriore flessione negli acquisti delle famiglie, evidenziata da una notevole riduzione della spesa alimentare (-0,6%) e, più marcatamente, di quella non alimentare (-2,4%).

Analizzando nel dettaglio i diversi settori, si nota come l’industria manifatturiera sia quello che soffra di più, trainato peraltro dal crollo dell’artigianato, dal settore edile e da quello agricolo.

A livello geografico, il Nord (e prevalentemente il Nord-Est) paga di più, visto che nella sola Lombardia 6.600 imprese hanno chiuso i battenti.

Le reazioni

Alla luce di questi ultimi dati, il Codacons ha espressamente richiesto al Governo di "valutare l’apertura di mense pubbliche per distribuire gratuitamente pane e pasta a chi ne fa richiesta".

Confesercenti ha puntato l’attenzione sulla crisi in atto e sui record negativi stabiliti dall’Italia e dalle sue imprese: "La forte crisi del mercato interno italiano", infatti, è stata confermata dai dati, visto che "negli ultimi cinque anni siamo riusciti a fare peggio solo nel 2009, anno di maggiore impatto della recessione mondiale, quando le vendite realizzarono una serie negativa di 8 mesi".

A fronte di questo, quale futuro per le imprese italiane? Con il miraggio della crescita, suffragato peraltro quotidianamente da posizioni contraddittorie dei maggiori specialisti in materia, l’Italia si riscopre ogni giorno sempre più povera.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.