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Confindustria taglia le stime del PIL. L’Italia non cresce
mercoledì 16 dicembre 2015, di
L’Italia stenta a decollare e Confindustria vede al ribasso le previsioni sul PIL, stimando che quest’anno chiuda con un + 0,8% (dal +1% stimato a settembre) e che nel 2016 crescerà dell’1,4% (dal +1,5% previsto in precedenza). Nel 2017 invece il PIL segnerà +1,3%.
"L’economia italiana, anziché accelerare, sta rallentando”
ha sottolineato il Centro Studi di Confindustria, definendo questa mancata crescita “un rebus”.
“Le ragioni per cui non si riesce a prendere il vento favorevole sono legate al fatto che ci sono comportamenti più prudenti, si tende a essere meno risoluti”
hanno spiegato.
"C’è un tasso di risparmio molto basso, che è ai minimi storici. Per noi resta un mistero questo rallentamento. Pensiamo che nel corso di questo autunno ci sia una ripresa di slancio legata ai giudizi sugli ordini delle imprese che producono beni di consumo."
Le previsioni per il prossimo anno sono però nel complesso favorevoli.
La piaga dell’evasione fiscale
Secondo il Centro studi di Confindustria l’evasione fiscale
"blocca lo sviluppo economico e civile perché penalizza l’equità, distorce la concorrenza, viola il patto sociale, peggiora il rapporto tra cittadini e Stato e riduce la solidarietà."
Se l’evasione venisse dimezzata, si avrebbe un 3,1% di maggiore PIL e più di 335mila occupati aggiuntivi: Sono questi i numeri calcolati dal CsC tenendo conto che l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a 122,2 miliardi di euro solo nel 2015, pari al 7,5% del PIL.
Disoccupazione in calo
665 mila nuovi posti di lavoro entro il 2017: la disoccupazione è vista in calo dal CsC, al 12% per il 2015 (le stime di settembre avevano indicato un 12,2%), all’11,6% nel 2016 (dall’11,8%) e all’11,1% nel 2017.
La pressione fiscale diminuisce
La pressione fiscale si allenta, passando al 43,8% del Pil nel 2015 (43,6 nel 2014), al 43,5 nel 2016 e al 43,2% nel 2017, toccando "il livello più basso dal 2011".