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Codice deontologico medico 2014: come cambia, tra proteste e ricorsi al Tar
venerdì 23 maggio 2014, di
Il nuovo codice deontologico medico, approvato lo scorso 18 maggio dal Consiglio nazionale della federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, si appresta oggi a essere presentato ufficialmente. Eppure, ci sono più di 10 ordini territoriali pronti a organizzare proteste ufficiali, con tanto di possibili ricorsi al Tar.
Codice deontologico medico: le novità
Il testo aggiornato, approvato da 87 su 99 presidenti degli ordini provinciali italiani, è ancora secretato fino alla presentazione ufficiale, ma dalle indiscrezioni risulterebbe più di un aspetto controverso. Rispetto all’edizione del 2006, infatti, c’è chi teme che siano intervenute sostanziali modifiche nell’ambito dell’obiezione di coscienza, ma a generare unanime perplessità è l’aggiunta di quattro articoli fino ad ora inediti:
- Il primo dedicato alle medicina militare, con l’introduzione di una specifica nota relativa al bioterrorismo e il divieto, per ogni medico, di essere coinvolto in qualsiasi modo nel reato di tortura;
- Il secondo riguardante la medicina potenziativa (o cybermedicina) ovvero quelle pratiche volte non alla cura, ma al miglioramento delle condizioni di vita, fino al superamento dei limiti stessi imposti dalla natura;
- Il terzo sulla telemedicina, importante ambito nella necessaria informatizzazione della sanità, ma che viene ribadito non può mai sostituirsi alla visita di persona al paziente;
- Quarto e ultimo, l’articolo sulle organizzazioni sanitarie, con il medico, nel pieno della sua autonomia, tenuto al rispetto delle logiche aziendali.
Scelte linguistiche contestate
A far sollevare più di un sopracciglio, anche determinate scelte linguistiche all’interno del testo. La dicitura “paziente” in alcuni punti si trasforma in “persona assistita”, in modo da rendere evidente che la sanità contemporanea non può limitarsi alla cura delle malattie, ma deve anche intervenire per favorire il benessere dell’individuo. Niente da dire, su questo punto, mentre molto più delicata appare la questione della parola eutanasia: il divieto per i medici resta assoluto, ma secondo le indiscrezioni verrebbe rinominata in “pratiche per la buona morte” o addirittura cancellata.
Le proteste degli ordini territoriali
Come scritto in precedenza, più di dieci ordini territoriali sarebbero già sul piede di guerra. Si vocifera da giorni di possibili ricorsi al Tar, e la rivendicazione del diritto di continuare a far valere il codice deontologico medico precedentemente in vigore.