Carburanti: ai gilet gialli il primo round, in Italia come siamo messi?

Dopo settimane di mobilitazione dei gilet gialli, il primo ministro francese Edouard Philippe ha annunciato di aver posticipato di sei mesi il pacchetto di rincari (benzina, bollo, autostrade e multe) che aveva scatenato le proteste dei gilet gialli.

Tutto rinviato dunque: per l’aumento delle tasse sul gasolio da 6,5 centesimi al litro e di quelle della benzina per 2,9 centesimi se ne riparlerà più avanti.

I carburanti italiani tra i più cari al mondo

In media, gli italiani pagano benzina e gasolio l’11 e il 6,9 per cento in più rispetto ai francesi: nel primo caso i cugini d’oltralpe risparmiano 16 centesimi al litro mentre nel secondo lo scarto è di 10 centesimi.

È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Globalpetrolprices.com.

“I carburanti francesi – sottolinea Uecoop – restano quindi più convenienti di quelli italiani che rimangono ancora purtroppo quelli in media fra i più cari al mondo con la benzina a 1,61 euro al litro e il diesel a 1,54 euro al litro, pur con differenze fra nord e sud, fra pompe private e quelle dei grandi marchi dell’energia”.

Si tratta di un “salasso quotidiano per famiglie e imprese”. “L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese”.

L’alto livello dei prezzi dei carburanti rispetto alla grande maggioranza degli altri Paesi europei “è sempre stato uno degli elementi di svantaggio competitivo per l’economia dell’Italia dove l’88% delle merci viaggia su gomma”.