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Canone Rai 2014, Viale Mazzini si rivolge al Tar per ottenerne l’aumento

martedì 21 gennaio 2014, di Valentina Brazioli

Canone Rai 2014, rischiamo un aumento dell’ultimo minuto? A lanciare la notizia bomba in queste ore è stato il quotidiano la Repubblica, in edicola proprio oggi, con un articolo che ha scatenato le legittime preoccupazioni degli abbonati, prossimi a versare l’obolo in scadenza il 31 gennaio.

Zanonato e il blocco dell’aumento

La storia, all’apparenza, è piuttosto semplice. L’esecutivo Letta-Alfano, noto per i provvedimenti non sempre all’insegna della popolarità, nel corso del 2013 ha preso una decisione in aperta controtendenza, congelando di fatto l’aumento dell’imposta della tv pubblica. Una scelta rivendicata dal ministro Flavio Zanonato, autore di un apposito decreto, che ha però fatto infuriare i vertici di Viale Mazzini. Lo stesso direttore generale, Luigi Gubitosi, ha infatti parlato di “fuoco amico” sulle reti di Stato.

Cosa dice la legge Gasparri in materia di canone Rai

Attenendoci ai fatti, le ragioni della Rai sono chiare: secondo quanto previsto dalla Legge Gasparri (articolo 18, comma 3) l’aumento del canone dovuto alla tv pubblica avviene ogni anno, proprio per consentire il recupero dell’inflazione “programmata” e ricevere quanto necessario al suo sviluppo tecnologico. Un dispositivo che per ben 7 anni consecutivi ha garantito alla Rai un canone sempre più alto, seppur di poco. In particolare, per il 2014 i vertici di Viale Mazzini contavano di incassare un’imposta pari a 115 euro, un euro e mezzo in più dell’anno precedente. In prossimità delle vacanze di Natale, tuttavia, è stato proprio Zanonato, con un tweet, a stroncare le speranze della tv pubblica: per il 2014, niente aumento del balzello. Un annuncio che non ha certo lasciato indifferente la Rai, che sarebbe costretta a registrare una perdita secca di ben 21 milioni di euro. Certo, una goccia nel mare per un’azienda che durante il 2012 ha registrato una perdita complessiva di 244,6 milioni di euro, ma comunque indispensabile per garantire un po’ di ossigeno.

Il possibile ricordo al Tar: non sarebbe la prima volta

Da queste considerazioni è balenata l’ipotesi che gli stessi consiglieri di amministrazione stiano suggerendo alla presidente della Rai Anna Maria Tarantola di ricorrere al Tar per sbloccare l’aumento. Una possibilità ovviamente legata al fatto che il ricorso venga accolto e il Tribunale amministrativo annulli il decreto Zanonato. Ipotesi fantascientifica? Forse, ma la strada del Tar non è certo nuova in quel di Viale Mazzini: già nel 2006, infatti, si tentò il ricorso, seppur senza che i giudici arrivassero effettivamente alla pronuncia di un verdetto.

Questo pomeriggio, però, è arrivata la rassicurazione da parte del vice ministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, il quale ha garantito che per quest’anno non ci sarà nessun aumento del canone Rai. Tuttavia, cosa succederà veramente, e quale effetto avrebbe un ricorso al Tribunale amministrativo sull’effettivo andamento dei pagamenti da parte dei contribuenti, è ancora tutto da vedere.

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