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Cambio euro-dollaro, riunione BCE di giugno: analisi e previsioni
mercoledì 1 giugno 2016, di
Nella giornata di domani, 2 giugno, è previsto il meeting da parte della BCE, nel quale sono attese le parole di Mario Draghi sulla situazione e le prospettive dell’Eurozona oltre che sulla delicata questione della Grecia.
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L’atteggiamento generale sembra essere di attesa e non sono previsti nuovi ulteriori interventi di politica monetaria, con i programmi messi in piedi nell’incontro di marzo ancora destinati ad entrare nel vivo.
Sarà in ogni caso un’importante occasione per analizzare la situazione relativa alla crescita nell’Eurozona, in particolare del livello dei prezzi, viste le prime stime di maggio che vedono l’inflazione ancora nel territorio negativo.
Oggetto del meeting sarà come sempre il cambio euro-dollaro, pronto a vivere ore di alta volatilità.
Il trend ribassista dell’ultimo mese potrebbe essere interrotto e corretto al rialzo o vedere un ritorno sotto quota 1,10, tutto sulla base delle parole che Mario Draghi deciderà di usare.
Vediamo quindi cosa attenderci dal meeting della BCE di giugno e di capire i livelli di prezzo che euro-dollaro potrà raggiungere dopo la tempesta di domani.
BCE: meeting del 2 giugno tra tassi invariati, inflazione, QE e Grecia
Il messaggio della BCE nell’ultimo meeting di aprile è stato attendista.
Le mosse attuate a marzo devono avere il tempo di produrre i loro effetti e sarà necessario attendere e analizzare gli eventuali progressi che si otterranno nell’ottica della crescita economica e dell’inflazione, prima di compiere altre scelte.
Mario Draghi ha già sottolineato come sarà necessario tempo per arrivare a delle conclusioni, visto il naturale gap temporale presente tra la messa in atto di nuove politiche monetarie e l’effettivo ottenimento di risultati, gap ancora più dilatato in una situazione come quella attuale.
Continuerà il programma di acquisto di asset da parte della BCE e le manovre espansive, come già sottolineato da Draghi, potrebbero non essere terminate. La BCE è pronta a fare uso di tutti gli strumenti a sua disposizione, se necessario, anche se questo non dovrebbe riguardare i tassi di interesse, destinati a rimanere allo 0% per ancora molto tempo.
L’obiettivo dell’inflazione al 2% è ancora molto lontano per l’Eurozona e le ultime stime preliminari su mese di maggio la vedono ancora ferma in territorio negativo, al -0,1%.
Il recente rialzo del prezzo del petrolio potrebbe favorire un recupero nel livello dei prezzi per i prossimi mesi e questo potrebbe portare Draghi a rivedere al rialzo le stime per il 2017, cercando di fornire ottimismo ai mercati, per quanto ci sia una generale consapevolezza di quanto siano ancora distanti i livelli target.
Nel mese di giugno è previsto al via il programma di acquisto di obbligazioni programmato nel meeting di marzo, probabile argomento sul quale Mario Draghi vorrà spendere delle parole nell’incontro di domani.
Il CSPP, corporate sector purchase program, contribuirà per €80 miliardi al mese nel programma generale di quantitative easing portato avanti dalla BCE, per quanto secondo Reuters le intenzioni della banca centrale sarebbero quelle di partire soft per poi aumentare la quantità su base mensile. Gli acquisti avverranno sul mercato primario e secondario.
L’ultimo argomento che potrebbe essere messo sul banco del meeting di domani riguarda la Grecia, dopo il via alla terza parte del programma di recupero.
Il tentativo sarebbe quello di offrire maggiori garanzie al paese e rendere in prospettiva meno preoccupante la situazione per le banche elleniche, offrendo loro la possibilità, ad esempio, di utilizzare le obbligazioni oggetto del programma come garanzie nei confronti della BCE stessa.
Euro-dollaro e metting BCE del 2 giugno: rottura o affondo?
Il cambio euro-dollaro si avvicina al meeting di domani della BCE dopo un mese di continui ribassi.
Come osservabile dal seguente grafico giornaliero, euro-dollaro ha tagliato al ribasso tutte e tre le medie mobili, alternando a cinque giorni di deciso ribasso altre giornate, in media tre, di lieve recupero:
Il risultato è stato il crollo da quota 1,16 fino ai minimi sulla soglia dell’1,11 stabiliti ad inizio settimana e la giornata di domani sembra pronta a seguire lo schema reiterato nelle ultime settimane e a spingere quindi verso il ribasso il cambio.
Questo scenario lo terrebbe all’interno del canale ribassista evidenziato, proiettandolo verso uno dei supporti rappresentati in verde, compresi tra l’1,107 e l’1,097.
Le parole di Draghi, come sempre, porteranno alta volatilità sul cambio euro-dollaro, e i toni usati verranno subito scontati dal mercato.
L’imprevedibilità che caratterizza questa situazione potrebbe quindi portare anche all’esito opposto: nuovi scenari incoraggianti per l’Eurozona sono un motivo sufficiente per provocare almeno un momentaneo recupero dell’euro, in questo caso pronto a rompere al rialzo il canale ribassista.
Una sua impennata, che non sarebbe una novità per i meeting della BCE, potrebbe portare il cambio verso i livelli evidenziati in rosso, in zona 1,12, territorio nel quale gravitano anche tutte le medie mobile, a 20, 60 e 100 periodi.
Gli oscillatori segnano un possibile recupero per la valuta comunitaria sul dollaro, mentre l’ormai prossimo attraversamento della media mobile a 20 periodi su quella a 100 denota il contrario.
La situazione è quindi altamente instabile e le parole di Draghi causeranno probabilmente una rottura in un senso o nell’altro.
È lecito attendersi ottimismo da parte del presidente della BCE, ma è anche bene non dimenticare che il trend seguito da euro-dollaro è ormai divenuto ribassista e qualsiasi variazione al rialzo sarebbe presto messa a dura prova dal rally in atto da parte del dollaro.

