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Cambio euro-dollaro: previsioni dopo NFP e conferenza BCE. Cosa aspettarsi ora?
sabato 5 settembre 2015, di
La scorsa settimana, il cambio euro-dollaro (EURUSD) si è mantenuto relativamente piatto, chiudendo a circa 50 pips in rialzo rispetto all’apertura di lunedì.
Che cosa aspettarsi la prossima settimana dal 7 all’11 settembre 2015? Ecco un’analisi fondamentale e tecnica per il cambio e le previsioni sul cambio euro-dollaro.
Cambio euro-dollaro, previsioni: analisi tecnica
Il cambio euro-dollaro (EUR/USD) ha bruciato gran parte dell’ultimo rialzo, e il grafico settimanale che attualmente sta pressando sulla SMA a 20 periodi, mentre gli indicatori tecnici hanno perso i loro segnali di rialzo, assestandosi in posizione neutrale.
Sul grafico giornaliero invece, il potenziale ribassista del cambio euro-dollaro è aumentato questa settimana, dato che l’euro-dollaro non è stato capace di estendere il movimento oltre il ritracciamento di Fibonacci al 61.8% del movimento di due settimane fa a quota 1.1280,e dato che la quotazione è ora di nuovo al di sotto della SMA-20, mentre gli indicatori tecnici continuano a muoversi verso il basso.
Nello stesso grafico, le SMA a 100 e 200 periodi sono molto vicine alla quota attuale sul cambio euro-dollaro, il che significa che le prospettive a lungo termine non sono ancora chiare. In ogni caso, il supporto principale per i prossimi giorni è a quota 1.1020, livello sul quale il cambio euro-dollaro completerà il 100% del ritracciamento; una rottura al di sotto di questo supporto potrebbe portare l’euro-dollaro a continuare il movimento ribassista verso area 1,0840 / 80.
La resistenza più vicina è a 1.1160, seguita dal ritracciamento di Fibonacci di cui sopra a 1.1280. Servirà una rottura al di sopra di questo livello per permettere un forte slancio rialzista sul cambio euro-dollaro, che potrebbe arrivare anche in zona 1,1440.
Cambio euro-dollaro, previsioni: analisi fondamentale
La Banca Centrale Europea (BCE) ha sorpreso negativamente i mercati, conuna conferenza stampa più dovish del previsto.
Rivedendo al ribasso le previsioni su crescita e inflazione, la BCE ha dimostrato però che il stimolo attuale all’economia - insito nel piano di quantitative easing - non è abbastanza per salvare l’eurozona. La reazione del cambio euro-dollaro all’orientamento di politica monetaria di Draghi è stata più o meno piatta.
Il rallentamento economico in Cina sta giocando un ruolo fondamentale sulla politica monetaria della BCE di Draghi, e con i tumulti sui mercati ancora lontani dall’essere finiti, i rischi ribassisti per l’eurozona sono ancora troppo alti.
Sul fronte oltreoceano, gli investitori sperano in un rialzo dei tassi di interesse, nonostante la paura che le difficoltà in Cina possano influire negativamente sulle economie mondiali.
I Nonfarm Payroll USA non hanno fatto molto per alimentare l’aspettativa per un rialzo dei tassi di interesse a settembre, segnalando l’aggiunta di 173.000 nuovi posti di lavoro contro i 220.000 previsti dagli analisti.
Tuttavia, creano ottimismo il ribasso sul tasso di disoccupazione al 5.1% e l’aumento annualizzato del salario orario medio al 2.2%.
Ma saranno davvero questi i miglioramenti che la Federal Reserve si aspettava di vedere per decidere sulla tempistica per il primo rialzo dei tassi di interesse da quasi 10 anni?
Cresce l’aspettativa che laFed possa davvero rialzare i tassi in una mossa a sorpresa nella riunione del 16-17 settembre, nonostante il contesto economico sia peggiore che mai e nonostante l’inflazione sia ancora lontana dal target dea banca centrale statunitense. Il rimbalzo sui minimi del prezzo del petrolio potrebbe suggerire che anche l’inflazione abbia già raggiunto la bottom line.
I mercati statunitensi saranno chiusi nella giornata di lunedì per festa nazionale, ma martedì i volumi di scambio torneranno alla normalità e il quadro inizierà ad essere più chiaro.