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Cambio Euro/Dollaro al rialzo per effetto shutdown, ma cosa dice il sentiment?

martedì 1 ottobre 2013, di Federica Agostini

Giornata di modesti guadagni sul cambio Euro/Dollaro quella di questo martedì primo ottobre 2013. Sulla spinta dello shutdown USA, il cambio ha raggiunto un nuovo massimo a 1.3570, una vetta raggiunta l’ultima volta a febbraio. Contemporaneamente, il dollaro ha perso terreno a causa del mancato accordo tra Repubblicani e Democratici che ha portato all’interruzione di un gran numero di servizi dal Governo, una battuta d’arresto che avrà certamente serie ripercussioni sul Pil.

Il cambio Euro/Dollaro si è spinto al rialzo nonostante i dati macro piuttosto deludenti pubblicati in mattinata dall’Eurozona. I dati sulla produzione manifatturiera in Spagna e Italia sono risultati inferiori alle aspettative, mentre il dato sull’Eurozona si è confermato al 51.1 come previsto. Il tasso di disoccupazione è stato invece riportato al 12.0%, inferiore al 12.1% previsto dagli analisti. Nel pomeriggio, il focus macro per il dollaro USA sarà la pubblicazione dell’indice manifatturiero del ISM per il quale è previsto un aumento al 55.3.

Cambio Euro/Dollaro: il punto tecnico

Durante la sessione Asiatica la volatilità è stata limitata e il cambio Euro/Dollaro si è portato in fase di consolidamento in area 1.3520. All’avvio della sessione Europea, invece, uno strappo rialzista ha spinto il cross ad un massimo di 1.3588, prima di tornare a scendere durante la mattinata e portarsi nella metà del range 1.35 dove gli scambi continuano anche ora, a ridosso dell’apertura della sessione USA.

Il range di scambi attuale si attesta in una zona compresa tra 1.35 e 1.3570, anche se bisogna notare che la resistenza a 1.3570 è decisamente meno forte rispetto a 1.3650 che la segue immediatamente dopo.

Temi che dominano il sentiment

Prendiamo ora in rapida analisi i temi centrali che in questo momento stanno influenzando in maniera particolare il sentiment degli investitori sul mercato dell’Euro/Dollaro:

  • Shutdown del Governo USA: come in parte anticipato, visto il mancato accordo per l’approvazione di un nuovo piano di spese, il Governo federale statunitense ha momentaneamente chiuso i battenti per i servizi non essenziali, lasciando così circa 800 mila dipendenti in "ferie forzate". Tuttavia, il discorso si complica alquanto se si considera che per il 17 ottobre è previsto il raggiungimento della soglia imposta sul deficit. Il default degli Stati Uniti, fosse anche un "default tecnico" rappresenterebbe uno scossone per l’intero mondo finanziario.
  • Zona Euro: nel generale miglioramento (o stallo) economico, l’Italia è una calamita per le preoccupazioni. La stampa internazionale la definisce "Saga di Berlusconi", una storia senza fine, a volte dagli epiloghi banali. Il punto è che l’Italia è politicamente instabile ed economicamente depressa da molto tempo ormai. I mercati aspettano, con le dovute precauzioni, di vedere se potranno esserci nuovi sviluppi e svolte, oppure se l’Italia è destinata al fallimento.

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