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1 ottobre, Berlusconi: 7 giorni al governo poi voto e attacca il Quirinale. A rischio il rating italiano
martedì 1 ottobre 2013, di
Continua ad essere molto incerto il futuro del governo Letta. Oggi, alla vigilia del voto di fiducia che domani il premier Letta chiederà in Parlamento, Berlusconi fa sapere di concedere una settimana all’esecutivo per risolvere alcuni nodi, poi voto.
Intanto Berlusconi si scaglia anche contro il Quirinale accusando Napolitano di essere intervenuto contro di lui nel processo Mondadori.
Le tensioni salgono in Parlamento e parallelamente sui mercati dove torna il rischio-Italia. Gli investitori confidano in un letta bis, ma Fitch sembra pronta al taglio del rating del paese.
Ma "se Atene piange, Sparta non ride": anche gli Stati Uniti hanno i loro problemi da affrontare in questi giorni. Il congresso non ha trovato un’intesa sul finanziamento dello Stato federale per cui è scattato il blocco dei fondi.
Da oggi l’Iva passa dal 21 al 22%. Anche il Giappone aumenta l’Iva, ma, come sottolinea il Sole24ore, contestualmente dà nuovi stimoli all’economia. (Per approfondire sull’Iva: quali oggetti subiranno l’aumento e quali no. Ecco la guida per il consumatore)
Berlusconi, Letta e Napolitano
Il dissenso serpeggia tra le stanze di palazzo Grazioli. I ministri e i parlamentari del Pdl iniziano a mettere in dubbio la linea dura del capo; hanno dato le loro dimissioni per "spirito di servizio", ma domani non assicurano il voto di sfiducia a Letta. Anzi sarebbero non pochi i pidiellini cosiddetti responsabili da una parte e traditori dall’altra disposti a sostenere ancora il governo Letta per il bene del paese in vista soprattutto della Legga di stabilità da fare entro ottobre.
Silvio Berlusconi all’inseguimento dei ministri. Teme la scissione, che è dietro l’angolo. Questa volta, per la prima volta, rischia di ritrovarsi in minoranza nel suo partito. Detta la linea, prova a imporre la rottura definitiva col governo Letta parlando davanti ai quasi duecento tra deputati e senatori. Ma non esclude ripensamenti. Anche sulla fiducia al governo Letta.
Forte frizioni anche tra cinque parlamentari del Pdl: Alfano, Lupi, Quagliariello, Lorenzin, De Girolamo e il direttore del Giornale Sallusti:
Tutto era iniziato sotto i peggiori auspici. In mattinata, dopo aver rassegnato a Palazzo Chigi dimissioni irrevocabili, i cinque ministri siglano una nota violentissima contro il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, "reo" di aver tacciato di tradimento i dissidenti di questi giorni sulla crisi. Si fa riferimento al "metodo Boffo", a un sistema di minacce e avvertimenti di cui Alfano e gli altri ammettono l’esistenza. "Se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro movimento politico, si sbaglia di grosso - scrivono - il metodo Boffo non funzionerà con noi". Col direttore che replica: "Neanche io ho paura". È solo il detonatore.
Berlusconi attacca il Quirinale
Un attacco gravissimo di Berlusconi al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In una telefonata a un parlamentare Pdl, il Cavaliere dice: «Tu non riesci ad avere nessuna informazione su quello che è successo alla...sezione civile della Cassazione per il lodo De Benedetti?! Perché mi è stato detto che il capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata» e si riferisce, l’ex premier, alla vicenda del lodo Mondadori. Ma l’ipotesi è definita dal Quirinale «delirante». Per l’esattezza si tratta, secondo il Colle, di «un’altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato»
Berlusconi ha accusato il Capo dello Stato di aver interferito nel processo Mondadori parlando al telefono con un onorevole del Pdl. La telefonata viene fatta ascoltare dal pidiellino al giornalista di La7 Antonio Monteleone che la propone nel corso della trasmissione Piazza Pulita:
Italia: rischio taglio rating
Sempre più vicino il taglio del rating dell’Italia da parte di Fitch. L’agenzia di rating internazionale guarda con sospetto la situazione politica italiana e teme che la cirsi di governo possa bloccare le importanti riforme fiscali ed economiche per il paese:
Il primo vero avvertimento è giunto da Fitch, che senza troppi giri di parole ha fatto intendere che il rating è a rischio nel caso in cui l’instabilità politica dovesse durare a lungo, mettendo così in pericolo gli obiettivi fiscali. Secondo quanto dichiarato in una nota dall’agenzia, "il potenziale collasso della coalizione di governo in Italia mette a rischio i target di politica fiscale di breve e medio termine e crea incertezza in un momento cruciale, nel quale dovrebbe essere finalizzata la legge di bilancio 2014".
Per approfondire leggi: Italia: instabilità politica può provocare taglio del rating. Fitch è già pronta al downgrade
Usa: chiude lo Stato federale
A quanto pare i problemi stanno anche dall’altra parte dell’Oceano: dalla mezzanotte del 30 settembre infatti sono stati bloccati i fondi per lo stato federale americano:
Il Congresso non ha trovato un’intesa sul finanziamento della macchina statale, provocando lo ’shutdown’.
E’ un durissimo colpo alla ripresa economica Usa e mondiale. L’ultima ’chiusura’ risale a 17 anni fa e costò 2 miliardi di dollari.
La fine del finanziamento dello Stato federale è scattato un minuto dopo la mezzanotte del 1 ottobre ora di Washington, quando in Italia sono appena passate le 6 di mattina.
In seguito al blocco dei fondi, circa 800mila lavoratori statali non riceveranno più stipendio, ci sarà la chiusura di musei, degli sportelli ministeriali e persino dei parchi naturali in tutti gli States