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Brutte notizie per l’Italia: politiche Merkel su crisi non cambieranno
mercoledì 25 settembre 2013, di
Con il terzo Cancellierato Merkel la Germania non cambierà l’orientamento della sua politica europea, né in caso di grande coalizione con la Spd, nè in caso di accordo con i Verdi: lo ha detto a chiare lettere ieri il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble - confermando quello a Bruxelles già si intuiva - :
Il corso scelto dal Cancelliere Merkel per superare la crisi debitoria europea continuerà anche in futuro.
Nell’intervista rilasciata a “Leipziger Volkszeitung”, il ministro tedesco ha sottolineato come la Germania abbia mantenuto senza esitazioni la direzione scelta sull’Europa e ha ribadito che le cose:
Devono restare così anche in futuro nell’interesse della Germania e del nostro futuro.
Non sembra esserci spazio, quindi, per una Grosse Koalition di stampo meno rigorista, anche se con i socialdemocratici al governo.
Schaeuble ha sottolineato inoltre di "essere personalmente a favore di più crescita e occupazione" anche nei Paesi in difficoltà ma, ha ribadito:
Una politica di bilancio sensata e le riforme strutturali sono la via migliore per raggiungere questi obiettivi. Tentare la via di un aumento dei deficit non è la soluzione giusta, anzi è un modo per peggiorare i problemi.
In questo senso, ha aggiunto, Spagna e Grecia "si stanno muovendo sulla via giusta".
Altri 4 anni con il pugno di ferro?
Parole molto dure, che sembrano spegnere definitivamente ogni residua speranza di un’inversione di rotta nelle inflessibili politiche di rigore monetario tarate a misura dell’economia tedesca. Chi auspicava, quindi, una svolta decisa a favore degli investimenti, anche attraverso un allentamento sui vincoli di bilancio, nel prossimo Consiglio europeo di ottobre si troverà invece di fronte alla stessa Merkel di prima. Anzi, persino rafforzata nelle sue convinzioni in tema di politica economica rigorista grazie al recentissimo successo personale alle elezioni.
I Paesi euromediterranei bocciano la Merkel
La Cancelliera sembra intenzionata a proseguire imperterrita lungo il sentiero dell’austerità, incurante dell’insoddisfazione che cresce nei Paesi euromediterranei: secondo l’ultimo rapporto del German Marshall Fund, l’82% degli spagnoli, il 65% dei portoghesi e il 58% degli italiani boccia la sua gestione della crisi.
No agli Eurobond
La linea sulla crisi dei debiti sovrani del nuovo governo tedesco sarà quindi quella vista finora: aiuti solo in cambio di riforme, spinte alla maggiore integrazione economica e politica a livello europeo, ma soprattutto no alla messa in comune dei debiti e quindi a qualunque forma di solidarietà che porti alla nascita degli eurobond.
Su quest’ultimo punto, la Merkel non ha mai arretrato di un passo, e ha ribadito durante il suo ultimo comizio elettorale prima del voto:
I titoli di debito comune non ci piacciono, a questo diciamo no, la Cdu non vuole gli eurobond e non vuole la condivisione del debito europeo.
I prossimi banchi di prova
Intanto, come riportato dall’Ansa, l’Europa si appresta ad affrontare due prove fondamentali: una è la seconda tappa dell’unione bancaria (il meccanismo unico di fallimento ordinato delle banche). La seconda è sulla Grecia: molto probabilmente avrà bisogno di un terzo programma di aiuti. Eventualità che per Berlino, finora, era fuori discussione.