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Brasile: real verso i minimi storici tra crisi economica e politica
giovedì 7 gennaio 2016, di
Il real brasiliano è tornato nel mirino dei grandi venditori, dopo una fase di apparente tranquillità durata quasi tre mesi. La valuta carioca ha subito pesanti “sell”, a seguito del crollo dei mercati azionari cinesi che hanno provocato un significativo deterioramento del sentiment degli investitori sugli asset più rischiosi, come le monete esotiche ad alto rendimento. Inoltre, non va dimenticato che il principale partner commerciale del Brasile è proprio la Cina, per cui una frenata eccessiva di Pechino potrebbe peggiorare la già fragile condizione economica del gigante sudamericano.
Sul forex il tasso di cambio Dollaro/Real è salito fino a 4,06, ai massimi da oltre tre mesi, avvicinandosi così ai record assoluti di fine settembre scorso quando la quotazione superò 4,24. Negli ultimi tre anni la valuta sudamericana ha perso quasi il 100% del proprio valore nei confronti del biglietto verde ma, secondo gli esperti di monete dei mercati emergenti, il crollo potrebbe proseguire anche nel 2016 in vista di nuovi aumenti dei tassi di interesse negli Usa e sulle aspettative di una recessione in Brasile più profonda del previsto.
Il 2015 dovrebbe essersi chiuso con una flessione dell’economia brasiliana pari al 3,7%, mentre quest’anno le cose potrebbero addirittura peggiorare visto che quasi ogni settimana il governo procede con revisioni al ribasso sulla crescita a causa dell’incapacità di mettere in atto le necessarie riforme economiche in grado di risollevare il paese. Inoltre l’avvio del processo per impeachment, che coinvolge la presidente Dilma Rousseff, non fa altro che acuire la crisi politica esacerbando contestualmente quella economico-finanziaria all’interno di un pericoloso circolo vizioso.
Il fondo per l’economia brasiliana potrebbe non essere stato ancora toccato, per cui anche quest’anno gli asset denominati in real dovrebbero sperimentare forti turbolenze. Sullo sfondo, poi, c’è sempre il rischio di nuovi declassamenti sul merito creditizio da parte delle principali agenzie di rating internazionali, che di recente hanno già valutato la capacita di rimborso dei debiti da parte di Brasilia al livello “junk”, ovvero spazzatura. Inoltre il tasso di inflazione a due cifre potrebbe generare forti pressioni sulla banca centrale per una nuova stretta sui tassi di interesse, attualmente al 14,25% e quindi su livelli molto pericolosi per le speranze di ripresa dell’economia.