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Borse in tilt con minute FOMC, BCE e Draghi. Milano affonda: Unicredit -5,95%

giovedì 7 aprile 2016, di Livio Spadaro

Le Borse europee e Wall Street girano a ribasso dopo la confusione creata dalle minute FOMC e BCE. I verbali dell’istituto statunitense lasciano una porta aperta per futuri rialzi pur mostrando una certa cautela da parte dei membri del FOMC preoccupati dall’andamento debole dell’economia globale.

I minute della BCE hanno invece lasciato aperti futuri tagli dei tassi, appesantendo così il comparto bancario sulle Borse. Inoltre, le dichiarazioni di Draghi e Constancio sui pericoli di shock in cui incorre l’Unione Europea hanno alimentato i timori degli investitori che si stanno riforgiando su beni come Yen, Bund tedeschi e oro.

Le Borse europee dopo un’apertura volatile, hanno virato in negativo in scia delle preoccupazioni della BCE seguite poi da Wall Street, appesantita dal petrolio e dall’andamento dell’Europa. La Borsa Italiana è la peggiore oggi, pesa ancora l’andamento dei titoli bancari e chiude a -2.45%.

Borse nel caos dopo minute FOMC e BCE, corsa ai beni rifugio

Le Borse europee scambiano in territorio negativo dopo una mattinata caratterizzata da forte volatilità scaturita dai verbali BCE e FOMC.

I minute delle due banche centrali hanno messo in evidenza le preoccupazioni sull’andamento dell’economia globale e soprattutto dei pericoli di shock in cui potrebbe incorrere l’Unione Europea.

Dai verbali della Banca Centrale Europea è emerso che i membri del board hanno discusso di futuri tagli dei tassi, facendo tornare così le vendite sui titoli bancari europei per via dei timori sulle capacità di generare profitti da parte di queste in contesti di tassi ancor più bassi.

Timori che si riflettono sull’andamento di alcuni beni rifugio. Lo Yen si sta rivalutando in maniera decisa sul Dollaro americano, l’oro viaggia ad un +1,59% mentre nell’asta di ieri gli Shaltz tedeschi sono stati piazzati con un rendimento del -0,48% a promemoria dell’avversione al rischio diffusa sul mercato.

Tuttavia, tra l’andamento di Wall Street e gli indici europei c’è una certa discrepanza. I listini europei trattano sui massimi del 2016 mentre quelli europei continuano ad avvicinarsi ai minimi annuali.

IG: ecco perché c’è discrepanza tra Wall Street e Borse europee

Gli analisti di IG provano a dare una spiegazione ritenendo che le vendite in Europa siano scattate dall’eccessivo ottimismo dei gestori di grandi fondi rimasti poi delusi dagli outlook delle istituzioni europee.

Invece, gli esperti ritengono che Wall Street stia salendo per via di un riposizionamento sull’equity americano generato dai dati macro USA che mediamente sono migliori rispetto ad altri Paesi sviluppati (anche se ciò non spiega l’andamento di Wall Street).

IG però avverte che da lunedì prossimo inizierà la stagione delle trimestrali sulle quali gli analisti hanno abbassato le stime, rendendo così più facile una sorpresa positiva.

Petrolio: ripreso il ribasso con l’avvicinarsi del meeting di Doha

A pesare sugli indici è anche il nuovo calo del petrolio dopo il rally di ieri scatenato dal minute FOMC.

L’incertezza sulle tempistiche del rialzo dei tassi USA e l’avvicinarsi dell’incontro di Doha hanno placato la corsa positiva dei benchmark sul greggio. Il WTI al momento perde il -1,38% a quota 37,22$ mentre il Brent lascia sul terreno il -1,8% a quota 39,12$.

Borse europee: pesante l’Ibex. Wall Street in rosso dopo rally di ieri

Nel frattempo, i listini europei chiudono in diffuso colore rosso con il Dax in discesa dello 0,98%, il Ftse 100 dello 0,37%, il Cac 40 del -0,90% e l’Ibex spagnolo del -1,26%.

L’EuroStoxx 50 invece perde il -1,35%. Wall Street anche ha aperto negativamente ed attualmente il Nasdaq perde lo 1,07% mentre il Dow Jones scende del -0,82% e lo S&P500 del -0,88%.

Borsa Italiana giù con le banche: pesano incertezze e parole di Peter Praet

La Borsa Italiana indossa per l’ennesima volta la maglia nera d’Europa con il Ftse Mib (-2,45%) trascinato al ribasso dal comparto bancario. A far scattare le vendite, oltre alla persistente incertezza relativa ai NPL e ai vari aumenti di capitale, sono state le dichiarazioni di Peter Praet, capo economista della BCE.

Secondo il dirigente, la persistenza di tassi negativi nel tempo (2-3 anni) rappresenta un livello preoccupante per i modelli di business delle banche e l’unico modo per non soffocare il sistema è quello di attuare regole che trasmettano la liquidità della BCE all’economia reale.

Senza tali regole, ha aggiunto Praet, il comparto bancario sarà destinato a rimanere sotto pressione con il rischio di contagiare gli altri settori dell’economia.

In scia a queste dichiarazioni, i titoli bancari italiani sono di nuovo sotto tiro delle vendite. A guidare il ribasso di oggi del Ftse Mib sono le azioni di Banco Popolare al momento in declino del -5,9%.

Seguono quelle di Ubi banca con un -5,47% e quelle di BPER con un -4,9%. Pesanti anche MPS (-4,85%) e Unicredit (-5,92%) sulle quali pesa la garanzia sull’aumento di capitale di BP di Vicenza.

Gli unici titoli in verde sono quelli di Stm (+5%), Poste italiane (+1,49%), A2A (+1,06%), Unipolsai (+0,36%) e Unipol (+0,24%).

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