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Bilancio UE: a cosa serve? Perché tante difficoltà per un accordo?
venerdì 8 febbraio 2013, di
Il Bilancio UE di cui tanto si parla in questi giorni e che fa discutere i leader politici, sembra un traguardo inarrivabile. Questo perché alla base delle trattative per un accordo sul bilancio comunitario c’è la necessità di far convergere le esigenze più strettamente nazionali con l’ambizione di una maggiore integrazione tra i paesi dell’Unione Europea.
Riuniti a Bruxelles, i leader politici hanno difficoltà a raggiungere un accordo sul quadro finanziario pluriennale, la prima fase del processo di approvazione del Bilancio dell’Unione Europea, ma cos’è il Bilancio UE e a cosa serve?
Bilancio annuale UE: cos’è e a cosa serve
Secondo l’informativa UE, il bilancio annuale dell’Unione Europea equivale all1% della ricchezza nazionale dell’Unione stessa, costando in pratica una media di 70 centesimi al giorno per ogni cittadino della Comunità.
I fondi del bilancio vengono utilizzati per contribuire al miglioramento della vita dei cittadini a partire da alcuni concetti che si potrebbero definire "guida" come: coerenza e coesione, salvaguardia delle risorse naturali, cittadinanza, uguaglianza e giustizia.
Il bilancio UE, dunque, finanzia progetti ed interventi in diversi settori: dalla crescita economica e occupazionale, agli standard di sicurezza sulla politica agraria. Dalla lotta ad ogni forma di criminalità alla salvaguardia del patrimonio culturale.
Tuttavia, ci sono aree, come la previdenza sociale o i sistemi pensionistici che rimangono esclusi a livello Europeo.
Fondi: chi paga il bilancio?
Per finanziare la spesa, l’Unione Europea dispone di "risorse proprie" che si articolano in tre punti fondamentali
- le risorse basate sul reddito nazionale lordo (RNL), che consistono in un’aliquota percentuale uniforme applicata all’RNL di ciascuno Stato membro. Attualmente, queste risorse sono l’entrata più importante del bilancio, ammontando circa al 76% delle entrate.
- le risorse proprie tradizionali (RPT), che consistono principalmente in dazi doganali percepiti sulle importazioni e che ammontano a circa il 12% delle entrate totali;
- le risorse basate sull’imposta sul valore aggiunto (IVA), che consistono in un’aliquota percentuale uniforme applicata alla base imponibile IVA armonizzata di ciascuno Stato membro e ammontano all’11% delle entrate totali;
C’è poi un altro 1% rappresentato dalle ritenute fiscali sugli stipendi del personale delle istituzioni UE e dalle ammende inflitte alle aziende che violano le norme o le regole di concorrenza.
Come si approva il bilancio?
L’approvazione del bilancio è frutto di un laborioso iter secondo il quale Commissione, Parlamento e Consiglio hanno ognuno un ruolo diverso.
Il Consiglio Europeo avvia l’iter adottando un Quadro Finanziario Pluriennale (QFP). Dopo la lettura della commissione, iniziano le discussioni tra i leader politici. Ed è a questo punto che gli interessi nazionali si scontrano con le politiche dell’integrazione. Il quadro finanziario pluriennale copre un periodo di 5 anni e deve rappresentare un compromesso tra le parti. Attualmente, si discute il quadro relativo al periodo 2014-2020.
Se, come si sospetta, la Commissione approvasse la proposta elaborata dal Presidente Van Rompuy, questa dovrebbe poi passare per le mani del Parlamento ed essere ulteriormente sottoposta a voto di approvazione.
Accordo sul bilancio: le difficoltà
Come già detto, bisogna riuscire a far convergere diversi interessi prima di poter approvare il bilancio, per questo molto spesso le trattative vengono rimandate. In gioco, questa volta, c’è il desiderio del Regno Unito di stringere sugli investimenti UE, coerentemente con la politica dell’austerità.
Ad acuire le tensioni, c’è la richiesta di alcuni paesi come anche l’Italia, che chiedono di ridurre la distanza tra contribuenti e beneficiari della UE. L’Italia, infatti, è la prima in classifica tra i contribuenti netti, nel senso che versa a Bruxelles più di quello che riceve. Al contrario, stati beneficiari netti come il Regno Unito, sono assolutamente indisponibili a modificare l’attuale rapporto in termini più sfavorevoli.
Così la proposta del Presidente del Consiglio Europeo deve necessariamente rappresentare un compromesso tra le richieste e la bozza prevede la riduzione delle spese in bilancio per circa 100 miliardi di Euro. I tagli della proposta riguardano principalmente le infrastrutture e le risorse per l’occupazione, ma sembra sia rimasta intatta la voce "politiche agricole" che, come abbiamo visto, rientra tra i concetti portanti alla base dell’idea del bilancio.
Si teme, tuttavia, che gli accordi sul bilancio possano fallire perché un rinvio potrebbe riaprire la strada a forze anti-europeiste in vista delle elezioni in Italia e in Germania.