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Banda ultralarga, a rischio il piano da 6,6 miliardi del Governo
martedì 28 luglio 2015, di
Il premier Renzi, prima della pausa estiva, vuole mettere in atto dei provvedimenti concreti affinché il piano della banda ultralarga per la connessione internet più veloce non si areni.
Il piano risponde ad una legge che regolamenta la banda ultralarga e che prevede l’utilizzo di fibra ottica. Questa tecnologia possiede molti vantaggi fra cui la velocità di trasmissione di dati.
Alcune aziende, fra cui Telecom, spronano il premier a risolvere presto la situazione altrimenti l’Italia resterà il fanalino di coda dell’economia digitale.
Il piano potrebbe infatti subire rallentamenti e le cause sono diverse. Fra queste la difficoltà di accordarsi con gli operatori che gestiscono il servizio.
Cos’è il piano banda ultralarga?
Si tratta di un piano da 6,6 miliardi di euro chiamato anche BUL.
Ha avuto inizio nel 2014 e terminerà entro il 2020 per dotare l’Italia di infrastrutture digitali tali da rendere l’economia italiana concorrenziale con quelle delle altre nazioni europee.
Al denaro pubblico si aggiungono anche grandi investimenti privati.
Il decreto legge 133/2014 riguardo la banda ultralarga
Il decreto legge 133/2014 (Sblocca Italia) stabilisce che è necessario:
- centrare gli obiettivi dell’Agenda UE2020 su infrastrutture a banda ultralarga e mettere a disposizione i servizi di nuovissima generazione;
- ridurre costi di installazione di reti di comunicazione elettronica (secondo la direttiva 2014/61/UE);
- agevolare la creazione di reti;
- creare infrastrutture specifiche per gli edifici cablati e istituire il bollino broadbent ready;
- semplificare le procedure di scavo e di posa aerea dei cavi in fibra ottica.
Banda ultralarga: 3 vantaggi della fibra ottica
Banda ultralarga e fibra ottica sono un binomio indissolubile nel piano BUL.
Ecco i vantaggi della fibra ottica:
- velocità cioè bassa latenza nella risposta del sistema, utile in videocomunicazione, collaborazione a distanza e videogiochi;
- ampliamento delle cosiddette "autostrade informatiche". Come in un’autostrada con tante corsie, non si creano ingorghi;
- sicurezza. Nell’economia digitale è di primaria importanza per la segretezza di dati riservati.
Perché il piano banda ultralarga è a rischio?
Perché Renzi a giugno ha bocciato il decreto comunicazioni da cui dipendeva lo sviluppo della banda ultralarga e ha rifiutato di spendere 4,6 miliardi di euro dei 6,6 totali senza la necessaria chiarezza modi e tempi di realizzazione.
A causa della bocciatura i primi investimenti pubblici potrebbero essere spesi nella primavera del 2016, anziché nell’autunno 2015 come previsto.
Le principali difficoltà da risolvere sono:
- stabilire un accordo con gli operatori che hanno già iniziato ad investire in banda ultralarga;
- riserve dell’Ue sulla legittimità degli investimenti pubblici;
- definizione degli incentivi fiscali per gli operatori che investono;
- evitamento di misure impopolari circa l’elettromagnetismo in Italia.L’allineamento ai limiti europei farebbe alzare quelli italiani.
Telecom e la banda ultralarga: le critiche al Governo
Telecom chiede che i primi bandi regionali arrivino entro la fine dell’anno altrimenti l’intero piano da 6,6 miliardi potrebbe fallire.
Non è la prima critica che Telecom fa sul Governo.
I suoi titoli hanno rischiato molto in relazione alla banda larga ed ora Telecom vuole tempestività da Renzi.
Se si parte nel 2016 l’Italia potrebbe perdere denaro stanziato dall’Unione europea com’è successo nel precedente piano (2007-2013)
Se inutilizzato lo si dovrà restituire nel 2022, termine ultimo per il loro utilizzo.
Una possibile soluzione proposta da Renzi per il piano banda ultralarga
Il prossimo obiettivo di Renzi è lo stanziamento di 4,6 miliardi di euro con una delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per partire con bandi di gara almeno in quelle zone dove gli operatori non investono. Questa sarebbe una iniziale soluzione che permetterebbe di avviare il piano seppure in modo ancora non completo.