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Banche: Il dipartimento di giustizia USA cala la scure su BNP, 9 miliardi di multa. Ecco perché
mercoledì 2 luglio 2014, di
"Too big to jail", troppo grandi per finire in galera: fino a qualche anno fa era questo lo slogan che l’opinione pubblica americana affibbiava al Dipartimento di Giustizia di Washington, considerato troppo debole con i potenti - le banche in primis - e troppo potente con i deboli - i comuni cittadini.
Da qualche tempo il Dipartimento di Giustizia sembra però smentire tutti: solo nel 2013 ha condannato gli istituti di credito J.P. Morgan Chase e Bank of America a pagare multe miliardarie per più di 20 miliardi di dollari.
L’ultima grande multa ieri, quando il dipartimento ha costretto il gruppo bancario francese BNP Paribas, che in Italia controlla BNL, ad accettare un patteggiamento da 9 miliardi di dollari per aver violato le leggi sull’embargo verso Sudan, Iran e Cuba.
In sostanza la banca avrebbe effettuato transazioni in dollari con gli Stati sotto embargo aggirando le normative americane.
In totale BNP avrebbe movimentato dollari per una cifra intorno ai 30 miliardi di dollari, di cui 20 miliardi solo con il Sudan. Dalle manovre illecite, che durano da almeno un decennio, la banca avrebbe incassato 1,6 miliardi di dollari all’anno.
Una punizione esemplare
Il patteggiamento, che riconosce colpevole BNP di tutti i capi d’accusa, prevede pene esemplari, che hanno stupito gli osservatori e messo in guardia tutti i grandi banchieri.
Come ha spiegato il Ministro della giustizia americano Eric Holder:
"BNP ha cercato in modo elaborato di occultare transazioni proibite, di coprire le sue tracce e di ingannare le autorità americane, tutte azioni che rappresentano serie violazioni della legge"
Nel dettaglio, la banca francese dovrà pagare 9 miliardi di dollari di multa, due dei quali andranno all’organismo di supervisione bancaria dello Stato di New York. In più è stata costretta ad allontanare 13 tra dipendenti e dirigenti, tra cui il direttore operativo Georges Chodron de Courcel del quale era già’ stato annunciato il prepensionamento.
Dure anche le sanzioni strettamente legate alle operazioni finanziarie: per un anno la banca non potrà utilizzare dollari come valuta nelle sue attività di trading e per due anni non potrà effettuare clearing in dollari a New York e Londra.
BNP potrà invece continuare a operare negli Stati Uniti con attività di investment banking, ma solo grazie a una speciale deroga della Sec, l’organo di controllo della borsa, omologo all’italiana Consob.
Le reazioni in Francia
Nonostante il governo di Parigi abbia provato a far leva su Barack Obama per scongiurare una sanzione così dura, il Presidente Usa ha sempre dichiarato di non volersi intromettere in una vicenda giudiziaria così complessa e dagli evidenti strascichi internazionali.
In Francia, tuttavia la notizia di una pena così dura era largamente attesa, come testimoniato dalle parole che l’amministratore delegato di BNP Jean-Laurent Bonnafe’ ha rivolto ai suoi dipendenti:
"Voglio dirlo chiaramente: riceveremo una pesante sanzione, perche’ abbiamo commesso degli errori e ci sono state disfunzioni. Le difficoltà che stiamo attraversando non devono condizionare i nostri piani per il futuro. È una buona notizia per il personale e per i nostri clienti. Ci consentirà di rimuovere le attuali incertezze che pesano sul gruppo. Potremo lasciarcele alle spalle, perché appartengono al passato".
Secondo gli analisti, la multa costringerà BNP a non pagare dividendi nei prossimi anni e a rastrellare liquidità attraverso l’emissione di nuovi Bond, visto che l’istituto aveva accantonato solo 1,1 miliardi di dollari in previsione della possibile sanzione.
Le altre indagini
La multa a BNP arriva dopo anni di indagini a 360 gradi sul settore bancario internazionale da parte del Dipartimento di Giustizia, che da quanto trapela avrebbe messo nel mirino altre banche europee: in particolare Credit Suisse, che ha da poco ammesso di aver aiutato alcuni americani ad evadere il fisco, e il colosso britannico Barclays, sospettata di affari poco chiari con UBS a Deutsche Bank.
Ma le prossime banche ad essere sanzionate potrebbero essere ancora due istituti francesi come Credit Agricole e Banque Populaire, sospettate entrambe, proprio come BNP, di fare affari in dollari con paesi sotto embargo.
A quel punto però il "too big to jail" diverrebbe inevitabilmente "trop gros pour la prison".