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Aumento Iva: sempre più vicino il rinvio di tre mesi. Dove prendere le risorse?
martedì 18 giugno 2013, di
La fatidica data del primo luglio si avvicina, ma la partita intorno all’aumento di un punto percentuale dell’Iva non è ancora conclusa. Ma il tempo stringe e le strade percorribili sono sempre tre: lasciare che il provvedimento del governo Monti faccia il suo corso e quindi non impedire l’aumento dell’Iva a partire dal primo luglio; rinviare di sei mesi a tornare quindi sulla questione a gennaio 2014; oppure rinviare di soli tre mesi a ottobre. Al momento l’ipotesi più accreditata è certamente la terza, ma prima di cantare vittoria deve arrivare l’ok definitivo da parte del governo.
Il problema? come sempre, la copertura fiscale all’operazione. Da un lato infatti il governo Letta deve trovare il modo di sopperire al mancato gettito dell’anno in corso e dall’altro trovare coperture a regime, ovvero risorse pari a 4 miliardi a partire del primo gennaio 2014. Se, come probabile, di dovesse confermare lo slittamento dell’aumento dell’Iva a ottobre, questa questione dovrà essere risolta dalla prossima legge di stabilità che andrà presentata in parlamento entro metà ottobre.
Zanonato e Saccomanni
Il Ministro dello sviluppo Zanonato ricorda che mancano le risorse per evitare l’imminente aumento di un punto percentuale dell’Iva, rimanda la questione al collega del Ministero dell’Economia. Saccomanni risponde con una battuta: "la palla è sempre stata nel mio campo", come per ribadire che il nodo da sciogliere è di natura economica.
La preoccupazione principale di Saccomanni e del premier Letta è di non perdere il posto tra i paesi virtuosi che l’Italia si è duramente conquistata. Il limite del 3% del rapporto deficit-Pil è invalicabile per il governo. L’Italia in sostanza non può permettersi di fare il passo più lungo della gamba prendendo decisioni di natura politica sulla spinta dell’opinione pubblica, senza la dovuta copertura finanziaria.
Saccomanni, a margine della cerimonia di chiusura dell’anno di studi della Scuola di Polizia tributaria della Guardia di finanza, dichiara: "dobbiamo prendere misure ben ponderate: abbiamo bisogno del tempo necessario per misure ragionate e ragionevoli".
Dichiarazione questa che è stata interpretata come un’apertura del governo ad un intervento per evitare l’aumento dell’Iva previsto per il prossimo primo luglio.
Copertura finanziaria
Il problema da risolvere è sempre lo stesso: come coprire il mancato gettito di 4 miliardi che l’aumento dell’Iva avrebbe assicurato alle casse dello stato. In caso di rinvio a ottobre bisognerebbe reperire in qualche modo un miliardo di gettito, se si andasse a gennaio il mancato gettito salirebbe a due miliardi. Uno o due miliardi che siano, con le casse dello Stato nelle condizioni attuali resta comunque un bel problema.
A guardare con preoccupazione alla questione Iva è anche Bruxelles preoccupata per gli effetti che una mancata individuazione della copertura finanziaria adeguata potrebbe comportare per l’Italia e i suoi conti pubblici. In ogni caso lo slittamento di tre mesi dovrà essere ufficializzato entro questa settimana, o al limite entro fine mese. Il tempo a disposizione quindi è poco, troppo poco per procedere al riordino del paniere dei beni interessati dall’aumento dell’Iva. La soluzione la indica Saccomanni; è necessario tracciare una sorta di:
spending re-engineering, il cui obiettivo sia non solo spendere meno ma conseguire attraverso la rimodulazione dei processi e degli assetti organizzativi, incrementi della produttività delle risorse e della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
A ciò la logica vorrebbe si aggiungessero tagli di spesa strutturali e l’eliminazione di qualcuna tra le quasi 700 detrazioni al 730 previste al momento.