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Aumento IVA: ecco le conseguenze (catastrofiche) previste dalla CGIA
martedì 16 settembre 2014, di
Da stamattina non si parla praticamente d’altro. Le prime pagine dei giornali italiani riportano la notizia che il Governo avrebbe intenzione di aumentare le aliquote agevolate del 4% e del 10%. Ce lo chiede Bruxelles per cercare di risanare i nostri disastrati conti pubblici.
Ad essere colpiti sarebbero in particolare i generi alimentari, che tradotto in parole povere vuol dire una cosa sola: a risentire dell’aumento saremmo praticamente tutti.
Palazzo Chigi ha smentito la "tassa sul pane" di cui ha ampiamente parlato "Il Messaggero", ma ha anche ammesso che sin dai tempi del Governo Letta l’ipotesi di alzare le tasse sui consumi allo scopo di abbassare quelle sul lavoro è sempre stata in ballo e attualmente l’esecutivo ne continuerebbe a parlare.
La reazione delle varie associazioni di categoria non si è fatta ovviamente attendere.
La Confcommercio:
"auspica che le indiscrezioni su una eventuale rimodulazione delle aliquote Iva ridotte siano destituite di ogni fondamento".
Ma le parole più dure sono arrivate dal segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi che ha dichiarato:
"Con una pressione fiscale che quest’anno si attesterà al 44 per cento, record storico toccato anche nel 2012 bisogna assolutamente evitare qualsiasi nuovo aumento della tassazione, tra cui quello dell’Iva".
E ancora:
"Chi ritiene che non sia così, non ha compreso che se dovessero essere ritoccate all’insù le aliquote agevolate dell’Iva, a pagare il conto sarebbero soprattutto le famiglie meno abbienti".
In ultimo:
"Ricordo che il 98% delle imprese italiane ha meno di 20 addetti e la stragrande maggioranza di queste attività produce o vende i propri servizi per il mercato interno. Se dovessimo subire l’ennesimo aumento dell’Iva, quest’ultime risentirebbero pesantemente degli effetti negativi di tale scelta".