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Articolo 18 per i dipendenti pubblici: tutele valide per gli statali?
domenica 12 giugno 2016, di
Articolo 18 dipendenti pubblici: per il licenziamento dei dipendenti statali valgono le disposizioni previste dall’articolo 18?
La Cassazione si è pronunciata il 10 giugno 2016 in merito alla spinosa questione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori riguardo i dipendenti pubblici, stabilendo che per loro vigono condizioni differenti rispetto a quelle dei dipendenti privati.
I licenziamenti dei dipendenti pubblici continueranno ad essere regolati dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, senza dover tenere conto delle nuove normative introdotte dalla Riforma Fornero e dal Jobs Act.
Articolo 18, dipendenti pubblici: cosa dice la Cassazione?
In data 10 giugno 2016 i giudici della Cassazione hanno finalmente segnato un punto di svolta sulla tanto dibattuta questione dell’articolo 18 per i dipendenti pubblici.
La Cassazione ha escluso che la Riforma Fornero possa essere applicata ai dipendenti del settore pubblico nel rispetto dell’articolo 2 del decreto legge del 30 marzo 2001, che regola le norme generali sul lavoro pubblico e che prevede la tutela elargita dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
La Cassazione ha stabilito che il diritto di reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa sarebbe tuttora inviolabile per i dipendenti statali. La Cassazione ha auspicato comunque un’armonizzazione per limitare le sostanziali differenze tra la condizione dei dipendenti pubblici e quelli privati e ha invitato a mettere per iscritto una norma che escluda a chiare lettere i dipendenti pubblici dalle nuove regole introdotte dalla Riforma Fornero e dal Jobs Act.
Articolo 18: perché è ancora valido per i dipendenti pubblici?
Una simile disparità tra i lavoratori scontenta per ovvie ragioni numerosi dipendenti del settore privato. Perché l’articolo 18 è ancora valido pe ri dipendenti pubblici, ma non per quelli privati? Dove si nascondono le differenze?
Nella natura del contratto: i dipendenti pubblici vengono assunti tramite concorso e vengono garantiti non dal datore di lavoro, ma dallo Stato.
Le polemiche comunque non si placano e c’è già chi è pronto a puntare il dito contro il Governo preoccupato più di non perdere un interessante bacino di voti come quello dei lavoratori del settore pubblico piuttosto che di garantire condizioni di equità tra tutti i cittadini.