Home > Altro > Archivio > Apple, Google e Tesla: incontro segreto per contrastare Trump?
Apple, Google e Tesla: incontro segreto per contrastare Trump?
mercoledì 9 marzo 2016, di
Presidenziali USA 2016: e se ci fosse stato un incontro segreto tra Apple, Google, Tesla e il Partito Repubblicano per impedire a Donald Trump di diventare Presidente degli Stati Uniti?
Donald Trump continua ad ottenere successi durante le primarie del Partito Repubblicano, ma nel frattempo sono sempre di più coloro che non vedono di buon occhio una sua candidatura alle prossime Presidenziali USA. Tra questi, ci sarebbero anche i vertici di Apple, Google e Tesla, come dichiarato dall’edizione USA di The Huffington Post.
Nei giorni scorsi infatti si è tenuto il World Forum, una convetion organizzata dal gruppo d’influenza American Enterprise Institute, legato all’establishment del Partito Repubblicano.
Tra gli ospiti di questa convetion, però, non c’erano solamente personaggi di spicco della politica statunitense, come il politologo Karl Rove e il capogruppo al Senato dei Repubblicani Mitch McConnel, ma anche alcune delle personalità di spicco del mondo hi-tech. Tra questi, si segnala la presenza di Tim Cook (CEO di Apple) Larry Page (CEO di Google), Elon Musk (CEO di Tesla) e il fondatore di Napster Sean Parker.
Perché Apple e Google erano presenti all’incontro?
Ufficialmente i vertici di Apple e Google hanno presenziato all’incontro per parlare di alcune tematiche legate all’innovazione tecnologica, ma secondo i più complottisti ci sarebbe stato un incontro segreto tra questi e alcune personalità legate al partito Repubblicano.
Il tema dell’incontro? La candidatura di Donald Trump alle prossime Presidenziali USA 2016 naturalmente. Infatti, per quanto il leader dei repubblicani stia ottenendo molti successi in campo elettorale, molti esponenti del partito non sono favorevoli alla sua candidatura e per questo starebbero cercando l’appoggio di alcuni importanti leader del settore tecnologico per cercare di impedire a Trump di vincere le primarie.
Perché Apple non vuole Trump presidente?
In realtà Tim Cook, a differenza di Jeff Bezos (Amazon), Sundar Pichai (Google), e Mark Zuckerberg (Facebook), non ha mai criticato Trump, e non ha mai espresso alcun giudizio pubblico sulla sua persona.
Tuttavia, non crediamo che il CEO di Apple sia molto favorevole alla vittoria di Trump alle Presidenziali USA 2016. Infatti, il magnate Repubblicano più di una volta si è scagliato contro l’azienda di Cupertino, come ad esempio quando ha attaccato la Apple per il fatto che questa costruisca i propri dispositivi fuori dal territorio statunitense.
Per non parlare di quando ha criticato la scelta di Apple di non sbloccare l’iPhone del terrorista autore della strage di San Bernardino. In quell’occasione Trump ha persino lanciato una campagna di boicottaggio dei dispositivi Apple; peccato però che l’abbia fatto utilizzando un iPhone.
Trump, ecco come potrebbe non vincere le primarie
Trump sta ottenendo molti successi in queste primarie, ma nonostonate ciò non è ancora sicuro della vittoria. Anzi, secondo i vertici del Partito Repubblicano ci sono delle buone possibilità che questo non accada.
L’obiettivo dei Repubblicani è di arrivare ad una “open convetion” a Cleveland. Al momento infatti Trump non ha un vantaggio considerevole sui propri avversari, visto che è a quota 384 delegati, seguito da Ted Cruz con 300, Marco Rubio con 151 e John Kasich con 37.
A questo punto i vertici repubblicani contrari alla candidatura di Trump punterebbero tutto sulle prossime tappe delle primarie. Nel dettaglio, si cercherà di fare di tutto per permettere a Rubio di vincere in Florida, Kasich nel suo Ohio e Cruz in Illinois.
Di conseguenza Trump non avrebbe i voti necessari e arriverebbe a Cleveland senza la candidatura. E quindi sarà necessario sostenere delle votazioni ad oltranza fino a quando non si raggiungeranno i voti necessari per eleggere un candidato.
Tuttavia, è molto difficile che questo scenario si realizzi, visto che al momento i sondaggi politici danno favorito Trump sia in Florida che in Ohio e Illinois. Certo, se anche i leader delle varie aziende tecnologiche dovessero formare un fronte segreto anti-Trump, è possibile che con la loro grande influenza la situazione potrebbe rovesciarsi.
Scontro tra Apple e i Repubblicani per il mancato sblocco dell’iPhone
Mentre non ci sono conferme dell’incontro segreto tenuto tra alcuni vertici del Partito Repubblicano e gli amministratori delegati di Apple, Google e Tesla, ci sono testimonianze di uno scontro avvenuto tra Tim Cook e il senatore dell’Arkansas Tom Cook per la vicenda del mancato sblocco dell’iPhone del terrorista autore della strage di San Bernardino.
Infatti, sembra che Cook sia intervenuto in un report spiegando le motivazioni per cui la Apple si è opposta alla richiesta dell’FBI di sbloccare l’iPhone incriminato. Tuttavia, il giovane senatore dell’Arkansas ha mostrato tutto il suo disappunto per la questione tanto da mettere in imbarazzo gli altri ospiti per la foga con cui ha attaccato il CEO di Apple.