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Allarme Sanità: 14 milioni di italiani rischiano di restare senza medico
lunedì 12 febbraio 2018, di
È allarme Sanità in Italia: secondo quanto dichiarato da FIMMG (Federazione medici di medicina generale) tra circa 5 anni ci saranno 45mila medici in meno, di cui circa 15mila medici di famiglia.
Un problema noto anche a molti sindacati - come ad esempio Anaao - che però non è mai stato affrontato dalle politiche degli ultimi anni. Della “sordità” dei governi nei confronti dei problemi del Servizio Sanitario Nazionale ne cominceremo a vedere gli effetti tra circa 5 anni, quando circa 14 milioni di italiani resteranno senza medico di famiglia.
La causa principale è data dal fatto che nel 2022 si registrerà un vero e proprio picco dei pensionamenti e non sarà possibile colmare tutti i posti lasciati vuoti.
Paradossalmente ci troveremo nella situazione in cui i posti disponibili dei prossimi concorsi pubblici saranno superiori al numero delle domande che perverranno.
Qual è la causa della situazione in cui probabilmente ci troveremo tra non più di 5 anni? Ecco quali sono i problemi del SSN sui quali è bene intervenire il prima possibile se non si vuole rischiare che arrivi il giorno in cui non si potrà garantire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini.
Pochi giovani dottori, troppi pensionati
Le stime della FIMMG sono a dir poco allarmanti per il Sistema Sanitario Nazionale: da oggi al 2020 - data in cui è previsto il picco massimo del personale medico - l’Italia perderà 45mila camici bianchi.
Di questi, circa 15.000 saranno medici di famiglia. Ecco perché al 2020 circa 14 milioni di italiani rischiano di restare senza medico (considerando una media di 1.000 abitanti per medico di base).
Fonte: Corriere della Sera
Secondo le stime ad essere maggiormente colpite dal problema saranno Sicilia, Lombardia e Lazio, ma in linea generale tutte le Regioni ne saranno più o meno colpite.
Se non si farà qualcosa per ovviare a questo problema nel 2028 a mancare saranno 33.392 medici di famiglia.
Un vuoto difficilmente colmabile. Basti pensare che ad oggi sono 1.100 i posti disponibili per il corso di medicina generale: se si andrà avanti così, quindi, al 2018 ci saranno 11mila medici di famiglia in più, per un bilancio che comunque resta negativo di circa 22mila unità.
Il problema assume una portata maggiore se si guarda agli ospedali, dove tra 5 anni ci saranno 30mila medici in meno. Le assenze riguardano principalmente pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi, per i quali è previsto un vero e proprio boom di pensionamenti.
Certo, una parte di queste uscite saranno compensate con le entrate, ma secondo l’Anaao è impossibile fare una stima precisa di quanti medici saranno assunti da qui ai prossimi anni. Ad oggi infatti ci sono Regioni in cui persiste il blocco del turn-over (sia parziale che totale) e per questo è impossibile prevedere quando saranno banditi dei nuovi concorsi regionali.
Senza contare poi che dalle scuole di specializzazione ogni anno escono circa 6.500 specialisti, troppo pochi per far fronte al picco dei pensionamenti previsto per le prossime annualità. Secondo le stime del sindacato ne servirebbero almeno 8.500 l’anno, o altrimenti ci troveremo presto senza medici da assumere, con tutte le conseguenze negative che ne conseguono.
Le soluzioni possibili
Secondo Anaao risolvere il problema del SSN è ancora possibile. Nel dettaglio il sindacato ha individuato 5 punti sui quali i prossimi governi dovranno focalizzarsi:
- facilitare il precoce ingresso nel SSN;
- svincolare il percorso formativo dalle Università (almeno in parte);
- aprirsi al confronto con l’Europa;
- prevedere una sorta di lavoro part-time ospedaliero, in cui il giovane medico assistito da tutor sostituisce l’Over 60;
- migliorare l’inquadramento previdenziale.
Inoltre, sarebbe ottimale procedere con l’incremento di circa 3.000 unità dei contratti di formazione specialistica che vengono sottoscritti attualmente (in media 6.100) chiedendo un contributo economico alle Regione per far sì che ciò si concretizzi. Secondo Anaao ogni Regione dovrebbe stanziare circa 9 milioni di euro; niente di insostenibile per un bilancio regionale.
In caso contrario ci troveremo in una situazione dove - come avverte il segretario nazionale di Anaao Costantino Troise - i giovani medici italiani “scapperanno all’estero” e al loro posto aumenteranno quelli provenienti dai Paesi balcanici, in cerca di “redditi maggiori” rispetto a quelli riconosciuti nei loro ospedali.