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I segreti fiscali del governo venduti a Ernst&Young
mercoledì 22 novembre 2017, di
Svariati segreti fiscali del governo italiano sono stati venduti ad Ernst&Young.
Comincia oggi, a Milano, il processo a Susanna Masi, l’esperta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, consigliera di Padoan e Saccomanni, accusata di aver passato informazioni riservate alla sua ex azienda, il tutto per un corrispettivo di 220.000 euro.
Accanto alla ex consigliera, anche Ernst&Young e il suo rappresentante italiano Marco Ragusa sono stati accusati di corruzione dai Pm - le accuse hanno trovato fondamento in svariati contatti e telefonate. Grazie a loro, si è detto, i segreti fiscali del governo italiano sono stati ormai inevitabilmente (e volontariamente) rivelati.
L’accaduto
Stando a quanto ricostruito dai Pm, dal 2013 al gennaio del 2015 la ex consigliera avrebbe permesso ad Ernst&Young di porsi in posizione di netto vantaggio rispetto ai competitor, il tutto rivelando informazioni segrete, tra cui anche quelle in merito alle normative fiscali in seno al governo e al consiglio dei ministri.
I Pm fanno riferimento a informazioni ottenute per ragioni d’ufficio, grazie al ruolo istituzionale della Masi, e relative alla proposta introduzione di una tassazione europea sulle transazioni finanziarie. Tutto ciò è valso alla donna l’accusa di “rivelazione di segreto”.
La sua “doppia faccia”, secondo i Pm, ha permesso a Ernst&Young di offrire servizi di ottimizzazione fiscale basati sulle normative ancora in fase di implementazione. Una posizione di netto vantaggio, insomma, che tuttavia non esaurisce la portata della questione.
Stando a quanto riportato dall’accusa, infatti, la Masi si sarebbe persino resa disponibile a proporre modifiche alla normativa fiscale vigente, ancora con l’obiettivo di favorire la sua ex azienda.
Tra l’altro, alla donna è stato anche contestato il reato di “false dichiarazioni sulle qualità personali”, avendo confermato di non trovarsi in situazioni di interessi conflittuali pur continuando a percepire denaro dalla Ernst & Young. L’avvocato della Masi ha già reso nota la sua disponibilità ad essere interrogata per accertare la sua innocenza.