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Scuola: perché ci sono più insegnanti donne?

mercoledì 22 marzo 2017, di Claudia Cardone

Donne e insegnamento: i dati che arrivano dall’Ocse sono chiari. Nella scuola ci sono considerevoli squilibri di genere tra maschi e femmine. Per la maggior parte quindi ci sono insegnanti donne con un picco soprattutto per la scuola materna.

Stando ai dati della ricerca sugli “Squilibri di genere nella professione docenti”, in Italia è risultato che il 97% degli insegnanti di scuola materna è di genere femminile con un tasso dell’ 85% se ci spostiamo alla scuola primaria. Se parliamo di scuola secondaria di primo grado invece le insegnanti costituirebbero il 68%.

Una situazione più o meno paritaria, ma anche qui sbilanciata in favore del genere femminile, vi è alle superiori: le insegnanti sono il 58% del corpo docenti. Questi sono dati spaventano e allo stesso tempo fanno riflettere.

In futuro la situazione non andrà a migliorare: è in continua ascesa la femminizzazione dell’insegnamento che negli ultimi anni è cresciuta dal 62% al 68%.

Ma a cosa è dovuta questa preferenza di genere? Perché questo mestiere raccoglie così tanti consensi tra la popolazione femminile? Scopriamolo.

Le insegnanti sono la maggioranza? È colpa della burocratizzazione del mestiere

Oggi la ripartizione del lavoro è cambiata rispetto al passato dove il ruolo della donna era relegato alla casa e alla gestione dei figli. La tendenza ai nostri giorni si è invertita ed alcuni settori, come quello dell’insegnamento ad esempio, sono diventati oramai quasi unicamente ad appannaggio femminile.

Perché questo? Perché il ruolo dell’insegnante spetta di più alle donne che agli uomini? Un tempo il maestro era una figura importante, era un educatore autoritario e nella maggior parte dei casi era, per l’appunto, un uomo.

Nell’arco del tempo la figura del maestro è andata scomparendo per essere sostituita a poco a poco da quella delle insegnanti che di educatore vecchio stile hanno poco.

La colpa principale di questo sensibile cambiamento di genere è stata probabilmente la burocratizzazione del mestiere dell’insegnante che si è allontanato dalla sua vera essenza.

Agli insegnanti di oggi, prima di essere educatori civili, sociali e culturali, viene chiesto di compilare scartoffie, di fare corsi di sicurezza e pronto soccorso, di fare progetti che esulano dal loro vero ruolo di educatori scolastici.

Se poi a tutto questo aggiungiamo il fatto che oramai diventare insegnante è diventato più complicato che diventare un cardiochirurgo specializzato, capiamo perché le donne in questo settore la fanno da padrone.

L’insegnante di oggi: un educatore multitasking

Al di là delle generalizzazioni, gli uomini non hanno un’organizzazione mentale tale per cui oltre all’insegnamento in sé e per sé possano occuparsi di altre mille cose nello stesso momento, cosa che invece è richiesta all’insegnante di oggi.

Multitasking e pazienza sono due parole chiave per fare questo mestiere. L’abilità multitasking è richiesta perché l’insegnante è tenuto ad impartire non solo insegnamenti sulle varie materie, ma è chiamato anche ad essere un educatore a tutto tondo, una guida in grado di preparare i futuri cittadini al rispetto della vita comunitaria, degli altri, delle regole e delle istituzioni.

Oltre a questo carico di responsabilità si vanno ad aggiungere anche le attività burocratiche extra: i laboratori informatici, i corsi di lingua, le programmazioni, i corsi sulla sicurezza e le mille scartoffie da compilare.

Infine, la seconda parola che caratterizza il lavoro dell’insegnante è pazienza. Pazienza dall’inizio alla fine. La pazienza che un insegnante deve avere per affrontare il tirocinio ed i concorsi, la pazienza per gli anni di precariato, la pazienza per trattare con i genitori, la pazienza per far crescere, alla stregua di un genitore, delle menti in formazione.

Per essere un insegnante è richiesta la stessa pazienza e la stessa passione che hanno i genitori con i loro figli oltre che la stessa dedizione e lo stesso carico di lavoro. Le donne e le mamme in particolar modo sono pronte a farsi carico di tutta l’importanza che rappresenta questo ruolo, gli uomini purtroppo decisamente meno.

Potrebbe mai riuscire un uomo a far fronte ad un carico di stress tale? Da studi certi è risultato che il multitasking non è nelle corde del genere maschile che infatti non ama questo mestiere.

L’importanza di avere docenti uomini

La gravità di questa situazione è insita nel fatto che avere degli insegnanti di sesso maschile gioverebbe notevolmente alla crescita dei bambini dei ragazzi. L’integrazione dell’istruzione impartita da un uomo e da un donna potrebbe andare a replicare ed integrare il modello di educazione genitoriale che soprattutto negli ultimi anni è diventato lacunoso.

In altri paesi europei le assunzioni di insegnanti di genere maschile stanno aumentando grazie a politiche statali studiate ad hoc per incentivare gli uomini a diventare insegnanti. Servirebbe un piano simile anche in Italia e ci si augura che per il futuro possa essere messo a punto.

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