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Primarie Pd: le tre mosse di Renzi per riprendersi il partito

lunedì 27 febbraio 2017, di Alessandro Cipolla

Primarie Pd: Matteo Renzi torna più carico che mai dal soggiorno in California ed è pronto a stilare il proprio programma in vista delle primarie del 30 aprile, puntando forte su tre punti strategici.

Anche se ormai non è più il Presidente del Consiglio e il segretario del Partito Democratico, alla fine al centro della scena politica del paese c’è sempre Matteo Renzi. Fresco di ritorno dagli Usa, l’ex premier ora si appresta ad iniziare la sua lunga volata per tornare in sella alla guida del paese.

Nel mirino di Renzi non ci sono infatti solo primarie Pd, ma anche le elezioni politiche sempre dopo aver vinto la consultazione interna al suo partito. Una corsa quindi che potrebbe durare quasi un anno, a meno che non si decida di andare a votare a settembre.

Preso atto della decisione degli scissionisti del Pd di dare vita a Democratici e Progressisti, Matteo Renzi adesso si pone come obiettivo quello di riconquistare lo storico elettorato della sinistra, per evitare un’emorragia di voti verso il neonato movimento politico.

Le tre mosse di Renzi

Il viaggio in California è servito a Matteo Renzi non solo a ricaricare le batterie dopo gli ultimi intensi mesi, ma anche confrontarsi con alcune delle migliori menti americane e nostrane nel campo della tecnologia e dell’innovazione.

L’idea è quella di continuare a spingere nella direzione della modernità e del cambiamento anche in Italia, con il rinnovamento del paese che sarà quindi ancora il tema cardine della sua battaglia politica.

Per riuscire in questo però, anche Renzi si è reso conto di come l’Italia al momento viva un periodo di forte sofferenza. Prima di parlare di innovazione quindi, occorre ridare dignità ai salari e migliorare la situazione lavorativa al momento sempre più precaria e allarmante.

Per quanto riguarda il sostegno diretto alle aziende, Matteo Renzi ha in mente di tagliare l’Irpef per ridare un po’ di fiato al settore. La novità maggiore però riguarderebbe i disoccupati, con la nascita del lavoro di cittadinanza.

In opposizione al reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle, l’ex premier non intende dare un salario a chi al momento è disoccupato, bensì garantire a questi un posto di lavoro e ammortizzatori sociali.

In pratica il lavoro di cittadinanza si baserebbe sul dare per 3 mesi un lavoro alle persone disoccupate richiedenti, per poi garantire altri successivi 3 mesi di indennità di disoccupazione. Poi si potrà fare di nuovo domanda.

Un modo questo pensato per dare un reddito a chi al momento è disoccupato, però non a prescindere ma sempre legato ad un’attività lavorativa. Questa dovrebbe essere la grande carta che Renzi intende giocarsi per riconquistare la fiducia anche della sinistra.

Lavoro di cittadinanza per battere Orlando ed Emiliano

La battaglia alle primarie Pd del 30 aprile potrebbe essere più aperta di quanto ci si aspetti. Matteo Renzi è il grande favorito, ma anche senza gli scissionisti non sono pochi gli avversari all’interno del partito.

Rimane comunque l’ala più a sinistra del Pd che è sempre più decisa a togliere del trono Renzi. Decisivo per gli equilibri interni sarà Dario Franceschini, capo della corrente più numerosa e che potrebbe decidere di fare gioco di squadra assieme a Orlando e Cuperlo.

Per Renzi quindi sarà importante mettere nella propria agenda politica argomenti più propriamente di sinistra, per non prestare il fianco agli attacchi dei suoi avversari a queste primarie.

Una proposta come il lavoro di cittadinanza sarebbe quindi l’ideale, rendendo così l’idea di un programma che sappia guardare al futuro ma anche alle difficoltà della gente. Una ricetta questa che potrebbe rivelarsi vincente, spianando la strada di Renzi verso la segreteria del Pd prima e al governo poi.

Dal 10 al 12 marzo prenderanno il via al Lingotto i lavori programmatici dei renziani, un appuntamento nel luogo che vide la nascita del Pd dove capiremo meglio quali saranno le strategie di Renzi in questa campagna elettorale che già si preannuncia essere lunghissima.

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